Trump resiste al fuoco amico: più lo combattono più vince

Tra i repubblicani la crisi di rigetto per il magnate è all'apice, ma lui trionfa in altri tre Stati e si prepara a sbarcare in Florida

Trump resiste al fuoco amico: più lo combattono più vince

Ma che diavolo succede in America e dell'America? Ce lo chiediamo noi in Europa (poco) distratti come siamo dalle beghe interne e dagli scimmiottamenti («Tu vo' fa' l'americano») delle primarie nel Pd che finiscono nella tristezza. Ma la domanda se la pongono oggi gli americani che non capiscono più nulla di se stessi in questa corsa pazza verso le elezioni di novembre. Basta ricordare il parterre che combatte nel torneo: per la prima volta un socialista radicale ispirato alla Gran Bretagna, Bernie Sanders, un vecchio amato dai giovani che però non attrae i ragazzi neri. Numero due: una ex segretaria di Stato che però è anche la ex First Lady di un presidente di cui tutti ricordano il famoso blow job nello Studio Ovale appassionatamente offerto dalla stagista Monica Lewinski e le innumerevoli altre donne da lui predate e che moglie, attuale candidata democratica, secondo le femministe avrebbe messo a tacere con denaro lusinghe e minacce. Poi abbiamo un fondamentalista cristiano fanatico delle armi come Ted Cruz che mostra in un video come si abbrustolisce la pancetta affumicata arrotolandola sulla canna della sua mitragliatrice, perché crede nell'uso domestico delle armi. Quindi un bel giovanotto cubano come Marco Rubio rimpinzato di milioni dalle grandi compagnie per battere il front runner Donald Trump, detto «The Donald». Soldi e tempo persi.E infine lui, il naughty boy, l'enfant terribile, il pericolo numero uno due e tre, il re del mattone di New York contro il quale si è scatenata la crociata con riti woodoo del suo stesso partito, il Grand Old Party impazzito all'idea che l'impresentabile gaffeur con tracce di delirio di onnipotenza possa diventare il candidato finale per la Casa Bianca. La crisi di rigetto è al suo apice, ma più nel GOP si complotta e si spendono milioni per fermare Trump a colpi di pubblicità negativa in Tv, più il miliardario urla di gioia nel pieno del suo magico momentum, lo stato orgasmico di grazia in cui, uno spiffero dopo l'altro, si sente il vento della storia gonfiare le proprie vele. Trump sfonda in Stati repubblicani e democratici: al Nord ma specialmente al Sud, fra i poveri arrabbiati e bianchi, perfino fra i latinos legali che vogliono difendersi dai loro parenti clandestini. La classe dei white trash, il peggio dei bianchi ignoranti obesi e tatuati che si fanno di birra e noccioline guardando coi piedi sul tavolo le partite di football, è con lui. Ma, sorpresa, la anche la middle class, la borghesia impiegatizia arriva nel porto di The Donald mentre si affaccia l'upper middle class, la borghesia danarosa e competitiva che vuole meno tasse e libertà di competizione. Molti senatori repubblicani rompono la disciplina di partito e salgono per prudenza sul carro di Trump, mentre il suo rivale più diretto e incattivito, Ted Cruz, non riesce a trovarne neanche uno che gli dia il tanto desiderato endorsement senza il quale non s va da nessuna parte. Marco Rubio, l'enfant prodige, è pieno di sostenitori in Senato e di milioni elargiti dalle grandi compagnie che avversano Trump, il quale ricambia avversando le grandi compagnie che vorrebbe castigare per finanziare i suoi sconti fiscali al cittadino medio e medio-basso. Dunque, dopo il Mississippi, le Hawaii e il Michigan (vinto a mani basse mentre alla Clinton venivano i brividi per la vittoria imprevista di Bernie Sanders che fa una campagna da guerrigliero) «The Donald» si appresta a sbarcare nella terra in cui la sfida è più alta e rischiosa: la Florida di cui è senatore Marco Rubio, la terra dei latinos di origine cubana così diverso dai messicani, lo Stato della luce solare, Sunshine State, la terra avventurosa eletta come patria da scrittori come Ernest Hemingway e Tennesse Williams.Il duello tra Nord e Sud mostra un altro panorama inaspettato: Trump arruola più sudisti che nordisti sicché oltre a una spaccatura di classe l'America si trova di fronte a scissione e a un conflitto. Tolti di mezzo i ricchissimi (che votano per Hillary) i poveri e i piccoli borghesi vanno con lui in Florida, Alabama e Mississippi. Tutti i canoni sono sconvolti, nulla è più come prima perché messicani e cubani sono lanciati nella corsa, mentre attende in panchina la nuova classe emergente degli asiatici che marciano nelle scuole e nelle università, che impongono meritocrazia e sacrificio, focalizzate sulla conquista del futuro mentre la vecchia America rammollisce persa davanti allo specchio, perché tutto è cambiato.

L'identità si trasforma come le aree urbane in cui si abbattono vecchi grattacieli liberty e salgono verso il cielo nuovi mostri scintillanti, come la famosa Trump Tower dirata sulla Quinta Avenue di New York, la reggia di «The Donald», il barbaro col vento in poppa.

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