Per conquistare il cuore di Marianna, la Perla di Labuan, Sandokan non esitò un solo istante a uccidere una tigre feroce, affrontandola corpo a corpo: gli artigli affilati da una parte, la celebre sciabola ricurva dall'altra. Non sta vivendo lo stesso momento di gloria, e non avrà la mano di una bellezza locale, Asgar Ali Khan, l'uomo che venerdì scorso ha ucciso con un colpo di fucile Avni, la tigre che per due anni è stata l'incubo dell'India. Dal 2016 terrorizzava i villaggi attorno alla giungla di Raleogan, nello stato centro-occidentale del Maharashtra. Per ucciderla era stata mobilitata una squadra di 150 persone con l'ausilio di cani, telecamere e droni. A guidare il gruppo un cecchino e un cacciatore esperto, Asgar appunto.
Secondo la ricostruzione fornita dal governo locale una pattuglia di ranger ha avvistato la tigre e le ha sparato un dardo con un tranquillante, ma il felino ha reagito attaccando la jeep e a quel punto è stato abbattuto con un colpo sparato da una decina di metri. Avni si portava appresso una scia di sangue: in due anni ha sbranato 13 persone, ferendone in maniera più o meno grave altre 20. Se Avni ha alimentato una scia di sangue, i cacciatori hanno tentato addirittura di catturarla con una scia di profumo, diffondendo nell'aria «Obsession» di Calvin Klein. Secondo un esperto attira i giaguari grazie a un feromone presente nella fragranza, ma evidentemente Avni, femmina di sei anni, non si è lasciata sedurre dalla colonia, forse non di suo gradimento. Sono state le pallottole del fucile 458 Winchester Magnum a porre termine alla caccia infinita e a far tirare un sospiro di sollievo agli abitanti di Raleogan.
Il novello Kabir Bedi, come accennato, non è stato accolto come un eroe, anzi, pare sia costretto a vivere chiuso in casa, braccato (è proprio il caso di dirlo) dalle associazioni animaliste che ora vorrebbero la sua di testa. Le organizzazioni per la difesa degli animali avevano chiesto che la tigre non venisse uccisa, ma la Corte suprema non ha accolto il loro ricorso. I difensori della fauna selvatica accusano il cacciatore di aver ammazzato la madre di due cuccioli, un animale la cui specie è in via di estinzione, minacciata dalla violenza degli esseri umani e dalla riduzione dell'habitat naturale a causa della pressione demografica. Le autorità hanno lanciato un programma per tutelare la popolazione delle tigri, di cui secondo l'ultimo censimento del 2014 esistono non più di 2.200 esemplari. Elefanti e tigri, entrambi in via d'estinzione, uccidono in media una persona al giorno in India, rivelano i dati del governo.
Il ministro delle Attività Rurali, Narendra Singh Tomar, ha spiegato che «una dose di tranquillante è stata somministrata alla tigre, che però ha attaccato il cacciatore. A quel punto è stato costretto a ucciderla per autodifesa». Secondo buona parte dei media locali il calmante sarebbe stato invece iniettato alla tigre dopo la morte, notizia che ha ulteriormente acceso gli animi. «Avni è stata abbattuta in modo illegale per soddisfare la sete di sangue del cacciatore - commenta Dhanpal Ganesh, dell'associazione indiana Animal Aid Unlimited - è stato uno scempio, non certo il modo corretto per fermare un animale comunque pericoloso, ma spaventato».
Asgar, pur non avendo il coraggio e l'aura di Sandokan, è conosciuto per la sua abilità con le armi da fuoco. Probabilmente non sarebbe mai stato concepito dalla penna virtuosa di Salgari, ma ai media spiega di aver agito «nell'unico modo possibile.
Era una tigre aggressiva e intelligente, e non aveva assolutamente paura degli umani. Felini come quello hanno una capacità di agire e di uccidere in pochi istanti. Non esiste tempo per capire che strategia adottare. Se non avessi aperto il fuoco all'istante, sarei diventato la 14esima vittima».
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