Giorgio Frassineti, sindaco Pd di Predappio, paese-museo del fascismo a 15 km di distanza da Forlì e 134 anni dalla nascita di Benito Mussolini.
Sindaco, che cosa pensa della proposta di legge Fiano - suo compagno di partito - sul divieto di propaganda del regime fascista?
«Non sono stato coinvolto nella discussione... anche se come sindaco di Predappio conosco bene la materia. Del resto sono un sindaco, non un parlamentare, quindi va bene così. E va bene anche la proposta di legge, se è utile, una volta stabiliti i divieti, a potenziare interessi culturali sul fascismo».
Cioè?
«Cioè va bene vietare l'apologia del fascismo, anche se ci sono già delle leggi in materia... Ma a condizione che si investa in storia e cultura. Per fare comprendere, contestualizzare il fascismo. Vuoi proibire la vendita dell'accendino con la faccia del Duce? Bene. Ma non puoi vietare la Storia. Devi compensare il divieto con un investimento culturale».
Lei è da anni che vuole trasformare l'edificio della Casa del Fascio di Predappio, architettonicamente splendido, in un museo...
«... meglio dire in un Centro studi sul fascismo. Fa meno paura».
A che punto è?
«Abbiamo due milioni di euro: uno dalla Regione Emilia-Romagna, il resto dalla Fondazione Cassa di risparmio di Forlì e dalle casse comunali. Ne servono sei. Spero nello Stato...».
Il progetto di legge Fiano prevede la reclusione da sei mesi a due anni per «la vendita di beni raffiguranti persone o simboli riferiti al partito fascista». Se passa la legge, Predappio fallisce...
«Ma va... La gente non viene per comprare gadget, ma per la Storia. Predappio ha 630 partite Iva, i negozi che vendono souvenir fascisti sono tre. Se non possono vendere la paccottiglia del Ventennio venderanno qualcos'altro. Sono lo 0,6% dell'economia».
Quale è il discrimine tra l'apologia di fascismo, il commercio di gadget e la libertà di opinione?
«Infatti. Chi lo stabilisce? Non discuto la proposta di legge, ma ne prevedo una difficile applicazione. Dove si pone l'asticella del divieto? Un busto di Mussolini realizzato da un grande artista, cos'è? Propaganda, storia o arte?».
Quando venni a Predappio, anni fa, Lei mi fece vedere la Madonna del Fascio formata da 398 piastrelle di ceramica, nell'asilo di Predappio. Un capolavoro.
«È lì da '27. Non la toccarono nemmeno i partigiani, tanto è bella. Cosa facciamo? Mettiamo in galera la suore perché la fanno vedere ai bambini? Io, sindaco di sinistra, ricevo i cittadini seduto dietro una scrivania intagliata con i fasci littori. La volle in Municipio il primo sindaco comunista di Predappio, finita la guerra. Cosa devo fare?».
Il presidente Boldrini ha dichiarato che i monumenti fascisti urtano la sensibilità dei partigiani. E che in Germania gli edifici nazisti sono stati abbattuti...
«A parte che sono tutelati dalle Belle arti, intoccabili. Ma poi insomma... Quando guardo la chiesa di Sant'Antonio, nella piazza del paese, con fasci littori di due metri sulla facciata, io vedo la Storia, non la cronaca. Non sento la violenza di un regime, ma la testimonianza di un passato».
Cosa direbbe alla Boldrini?
«Le chiederei: Ma non è possibile avere occhi nuovi per guardare queste cose?. Il passato non va buttato nella spazzatura. Quante sono le leggi fatte nel Ventennio che sono ancora nel nostro ordinamento? Le cancelliamo?».
Quindi?
«Non serve vietare il passato, bisogna sbatterlo nei denti a chi non lo conosce. Solo se il fascismo lo spiego e lo faccio capire, l'accendino con l'effigie del Duce non farà più paura».
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