Vaccini, obbligo solo se c'è epidemia

Polemica per le assurde linee guida del ministro della Salute Grillo

Vaccini, obbligo solo se c'è epidemia

Roma Obbligo di vaccinazione soltanto in caso di «emergenze sanitarie» o di «compromissione dell'immunità di gruppo». Nel disegno di legge di M5s (che comunque inizierà il suo iter in Parlamento in settembre e dunque al momento resta soltanto una proposta) l'obbligo di vaccinazione in sostanza viene previsto in casi eccezionali ed in questo senso il ministro della Salute, Giulia Grillo, lo ha definito impropriamente «flessibile». In sostanza si tratta di un obbligo sia temporaneo sia selettivo ovvero previsto in determinati periodi e aree territoriali soltanto per specifici gruppi di persone, ad esempio gli operatori sanitari.

Proposta però già bocciata dal paladino pro vax Roberto Burioni. Per il medico «imporre l'obbligo vaccinale in caso di emergenze epidemiche è come allacciarsi le cinture dopo un incidente stradale». Il ddl prevede un nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) impostato più sulla «raccomandazione» e meno sull'imposizione. Prevista anche l'istituzione di un' Anagrafe vaccinale nazionale in modo da avere un quadro aggiornato delle coperture. Un Registro aggiornato che per la verità era già previsto anche dal decreto Lorenzin. L'idea è quella di ricorrere all'obbligo nel caso in cui ci sia un'emergenza ovvero l'esatto contrario del principio ispiratore dei vaccini che puntano a prevenire le emergenze non ad arginarle quando sono già in atto.

I Piani straordinari d'intervento saranno indirizzati «laddove sarà necessario» ovvero l'obbligo per una o più vaccinazioni varrà «per determinate coorti di nascita e per gli esercenti le professioni sanitarie, al fine di raggiungere e mantenere le coperture vaccinali di sicurezza». In questi casi saranno previste sanzioni da 100 a 500 euro per gli inadempienti e «in via temporanea, il divieto di accesso su base nazionale, regionale o locale» alle scuole statali e paritarie, ai servizi educativi per l'infanzia e ai centri di formazione professionale regionale.

Massimiliano Romeo, capogruppo della lega al Senato e firmatario della proposta di legge la difende spiegando che «il piano nazionale stabilirà quali e quanti sono i vaccini obbligatori in base alle questioni legate alla sicurezza, alla salute pubblica. La differenza è che la Lorenzin ti obbliga a non iscriverti al nido o alla materna. Noi diciamo che a questa situazione si arriva solo in caso di emergenza».

Ma intanto continuano a piovere critiche sull'operato della Grillo. L'ultimo ad attaccare il ministro è il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini dalla sua pagina Facebook.

«Come è possibile che a poche settimane dall'avvio dell'anno scolastico si proceda a tentoni? - scrive Bonaccini - Prima dicendo che serve obbligo vaccinale, poi che basta autocertificazione (senza spiegare chi controllerebbe e quali sanzioni applicare), poi che si utilizzerà obbligatorietà flessibile che è un ossimoro».

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