Che fare? Se lo chiedeva Lenin nel 1902, se lo sta domandando in queste ore anche Diego Della Valle. Scendere in campo? Rifare il centro? Dare una mano al premier? Fare l'anti-Renzi? Pazienza, sette giorni e il dubbio sarà sciolto. «In merito alle supposizioni su un mio futuro coinvolgimento nella vita politica del Paese - si legge in un comunicato diffuso dall'imprenditore marchigiano - la prossima settimana sarà mia premura esporre con chiarezza e precisione la mia posizione e quello che intenderò fare».Dunque, ancora un po' di suspence. Invocato, temuto, snobbato, negli ultimi tempi Mister Tod's si è comunque dato molto da fare, almeno sotto traccia. Gli incontri riservati, l'attività del suo movimento «pre-politico» Noi Italiani, gli inviti nella tribuna d'onore della Fiorentina, lo scouting discreto nell'area dei delusi dei due poli, tipo Gaetano Quagliariello. Ma è stato lo strappo con Renzi a far pensare a un suo ingresso nell'arena, magari con un progetto di nuovo centrodestra: lui e Matteo erano amici, andavano sempre a vedere insieme la Viola, poi il premier ha cominciato flirtare con Sergio Marchionne e ora non passa giorno senza che Della Valle lo attacchi. Ha pure chiesto a Sergio Mattarella di rimandarlo a casa perché Renzi «è un sòla».Da qui la corte da parte del centrodestra. «È un uomo del fare, ha creato posti di lavoro - ha detto l'eurodeputata di Forza Italia Lara Comi - Lo vedo bene in uno schema di gioco in cui lui sia l'attaccante e Silvio Berlusconi l'allenatore». E Salvini in panchina. Ma il Cav appare più freddo: «Della Valle - ha rivelato l'altra sera durante Porta a Porta - mi ha personalmente garantito che non ha intenzione di diventare un protagonista della politica». E poi bisognerà pure vedere se l'imprenditore quella partita vorrà giocarla, visto che nel frattempo a Bologna il Cavaliere ha stretto l'alleanza con Salvini e la Meloni. Una mossa che sembrerebbe tagliarlo fuori. O no? Il leader della Lega dice di non vedere l'ora di incontrarlo, di scambiare quattro chiacchiere. «Sono molto curioso di conoscerlo - spiega Salvini - Sa essere molto critico nei confronti di Renzi». La legge elettorale impone listoni, alleanze larghe e tutti sono i benvenuti. Pure il patron della Fiorentina, perché no.E lui ci sta pensando per un'altra settimana. «Io non so se Diego deciderà di fare politica - sostiene uno che lo conosce bene e lo vede spesso, come Clemente Mastella - ma certamente non da subito, ora il panorama è troppo confuso». Quanto a un faccia a faccia con Salvini, «magari i due si possono incontrare se il segretario della Lega va in un negozio della Tod's a Milano per comprarsi una felpa, il resto lo vedo assai più complicato».Ma il centro, dopo il flop di Passera, la rinuncia di Montezemolo e la fragilità degli alfaniani, resta un'area edificabile, politicamente ambita e soprattutto ancora decisiva per vincere le elezioni. Nella terra di mezzo meglio non avere troppi nemici, da qui nasce forse l'apertura, apparentemente sorprendente, di Salvini.
E non è un caso se lo voci sulla discesa in campo di Mister Tod's, cicliche da un paio d'anni, sono tornate d'attualità dopo la manifestazione di Bologna. Della Valle ci pensa, però il vero problema è di leadership: la sua è l'offerta di dare una mano o un'Opa ostile contro Forza Italia? E il fondatore di Noi Italiani sarebbe disposto a restare nelle retrovie?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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