La "vendetta" di Visco: va al contrattacco con la sponda di Padoan

Lunga stretta di mano con il ministro dell'Economia che sconfessa la linea Renzi

La "vendetta" di Visco: va al contrattacco con la sponda di Padoan

Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, non è rimasto fermo a sopportare il martirio come il ritratto di San Sebastiano alle pareti del suo studio a Via Nazionale. Ieri ha preso due iniziative abbastanza irrituali per un personaggio le cui apparizioni pubbliche sono sempre annunciate e organizzate. Nel pomeriggio si è seduto in prima fila ad ascoltare i relatori del convegno in memoria dell'economista Federico Caffè del quale era allievo. Il particolare interessante è che a quel convegno era presente come relatore anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, pure lui discepolo alla Sapienza del teorico keynesiano. Al termine, il titolare del Tesoro ha salutato il governatore con una lunga stretta di mano, segnale chiaro che Via XX Settembre ha massima fiducia nell'attuale vertice della Banca d'Italia. Non è un mistero che Padoan si sia molto irritato (è un eufemismo) per la mozione renziana e il gesto di ieri ribadisce da quale parte stia il ministero.

La seconda e imprevista apparizione di Visco ieri è stata in Parlamento. Il governatore ha incontrato il presidente della commissione d'inchiesta sulle banche, Pier Ferdinando Casini, e i due vicepresidenti, Renato Brunetta (Fi) e Mauro Maria Marino (Pd). «Il governatore, in spirito di collaborazione istituzionale, ha fornito alla commissione l'elenco dei documenti richiesti che saranno messi a disposizione non appena ultimata la classificazione di segretezza in corso da parte degli uffici della Banca d'Italia», recitava il comunicato diffuso al termine dell'incontro.

Questi due eventi sintetizzano efficacemente le contromosse di Visco per rispondere all'attacco del segretario del Pd. La visita alla commissione, infatti, è un'iniziativa personale: il governatore si è recato di persona a presentare i documenti disponibili rispondendo a una lettera inviata dallo stesso Casini. A fronte di un attacco eversivo si è replicato con la massima correttezza istituzionale. Ed è proprio con quelle carte che lo scenario si potrebbe ribaltare: l'apparato del Pd da accusatore potrebbe immediatamente passare sul banco degli imputati visto che la commistione tra politica locale (quasi sempre di sinistra) e banche è tra le cause principali dei dissesti degli istituti avvenuti negli ultimi anni.

La seconda contromossa, simboleggiata nella stretta di mano con Padoan, è il tentativo di coalizzare istituzioni e mondo politico a tutela di Palazzo Koch. All'elenco che già comprende il presidente della Bce, Mario Draghi, il capo dello Stato Mattarella, il premier Gentiloni, il ministro Padoan ieri si sono aggiunti anche il presidente della Camera Boldrini e il titolare dello sviluppo Calenda. Sul fronte parlamentare il fronte è capitanato da Forza Italia.

«Siamo stati gli unici a rispettare l'autonomia e l'indipendenza di Bankitalia», ha detto il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta sottolineando come il Pd abbia «danneggiato la credibilità del Paese». Di qui la necessità, secondo Brunetta, di blindare il governatore o riconfermandolo o sancendone la prorogatio nella speranza di un esecutivo di centrodestra.

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