Con il decreto approvato dal Consiglio dei ministri "abbiamo voluto dire che lo Stato ha perso la pazienza con chi vuole rovinare il calcio". Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano al termine del Cdm, sottolineando che l’obiettivo del provvedimento è "restituire il pallone agli italiani e far tornare bambini negli stadi".
Tra le misure introdotte c'è quella relativa al Daspo di gruppo. "Il daspo al branco è una novità assoluta, molto importante", ha spiegato il titolare del Viminale. La durata minima per i recidivi è portata a 5 anni e quella massima a 8. Inoltre chi ha violato le regole di utilizzazione dell’impianto sportivo verrà punito con il Daspo da uno a tre anni (oggi è da tre mesi a un anno). Allungamento fino a 8 anni della durata del daspo individuale, estensione dell’applicabilità del divieto di accesso alle manifestazioni sportive ad una serie più ampia di reati, potere per il ministro dell’Interno di vietare le trasferte ad una tifoseria fino a due stagioni sportive, arresto differito esteso a 48 ore, obbligo di firma e sorveglianza speciale per i recidivi: queste le altre norme contenute nel decreto.
"Le decisioni del ministro Alfano per combattere la violenza negli stadi ancora una volta ripropongono ricette demagogiche e sostanzialmente inutili,in alcuni casi di dubbia costituzionalità. Sono 15 anni che queste ricette hanno lasciato a casa le famiglie e svuotato gli stadi portando il calcio sull’orlo del baratro. Paolo Cento, presidente dell’assemblea nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. C’è bisogno di stadi aperti e sicuri, certezza della pena per chi delinque, progetti di mediazione sociale e culturale per le tifoserie, prezzi popolari per i biglietti e dirigenti calcistici responsabili e sanzionabili per i propri comportamenti", ha affermato
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