Vitalizi, altra bagarre in Aula La Boldrini caccia Di Battista

Il deputato provoca la presidente che lo espelle. Ira M5s: «Fa la maestra». Poi i grillini lasciano in blocco l'emiciclo

C'è la maestra e ci sono i seguaci del Pierino genovese. L'Aula è quella di Montecitorio, il dibattito, uno dei piatti forti del grillismo, è sull'abolizione dei cosiddetti «vitalizi» ai parlamentari. Il casus belli che ha scatenato lo scontro tra Laura Boldrini, presidente della Camera e Alessandro Di Battista, deputato Cinque Stelle è un emendamento al Bilancio di Montecitorio. Il grillino aveva chiesto di intervenire, durante la discussione sul conto consuntivo, per un richiamo al regolamento. Ed ecco la bagarre.

Scena uno: Di Battista agita il libro delle regole della Camera e attacca la Boldrini: «Noi abbiamo tutto il diritto di fare valutazioni sul suo operato, lei ha detto poco fa che la legge al Senato sarà votata, cosa ne sa lei cosa succederà sulla legge sui vitalizi, chi ci garantisce che non verrà affossata, chi ci garantisce che non verrà annacquata, chi ci garantisce che non verrà modificata per rispedirla qui alla Camera, lei si può prendere questa responsabilità?». Scena numero due: il deputato del M5s continua a parlare e viene interrotto dalla presidente Boldrini: «C'è un iter in corso, il suo è un intervento nel merito non un richiamo al regolamento». Dalla presidenza spengono il microfono, Di Battista continua a parlare e la Boldrini, severa, cerca invano di dare la parola al leghista Davide Caparini. Atto finale. La Boldrini si traveste da maestra e richiama il grillino discolo: «La richiamo all'ordine, la smetta, lei non può parlare perché il suo intervento non è un richiamo al regolamento». Davanti al secondo richiamo, Di Battista continua a urlare con il microfono spento, quindi l'espulsione: «Esca dall'Aula, si allontani».

Dopo la decisione della presidente, arriva il soccorso dei colleghi del «Dibba». A prendere le difese è Alfonso Bonafede: «Lei è presidente della Camera non si sa in base a quali dinamiche» ha provocato il tutor della Raggi, in questi giorni alle prese con i disastri del Campidoglio. Dura la replica: «Lei come si permette? Sono stata votata. Questo è irrispettoso della presidenza: se non si rende conto che offende è un problema serio». Nell'emiciclo sono continuate le proteste del Movimento Cinque Stelle, con il deputato Riccardo Fraccaro che ha accusato la Boldrini di «essere la presidente più faziosa della Camera dei Deputati». In Aula prende la parola il leghista Caparini che chiosa: «Presidente, penso che Di Battista abbia il suo poster in camera perché a ogni suo intervento lei gli regala qualche milione di like».

Fuori dall'Aula, invece, i grillini sono ringalluzziti. Di Battista spiega: «Io avevo preso la parola per dire che con quell'emendamento noi la manovra sui vitalizi alla Camera la potevamo fare ora», e poi: «La Boldrini quando è in difficoltà non ti fa parlare, è l'ennesima prova in cui dimostra di sostenere il Pd». E al momento della votazione del conto consuntivo 2016 e il progetto di bilancio per l'anno finanziario 2017, il gruppo M5s ha polemicamente abbandonato l'Aula non partecipando al voto.

Il Movimento Cinque Stelle, intanto, indebolito dal caos romano, serra le fila prima della chiusura dei lavori parlamentari proprio alzando la tensione sul tema dei vitalizi. Quella che, insieme alle regionali siciliane di novembre, è considerata la «madre di tutte le battaglie».

E anche la bagarre di oggi rientrerebbe in una strategia di comunicazione ben precisa «per non concedere al Pd l'esclusiva sul taglio dei vitalizi» si ripetono i grillini nei capannelli di Montecitorio, prima di augurarsi buone vacanze. Da oggi «scuola chiusa», vitalizi rimandati a settembre.

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