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Vogliono stangare persino i mutui

Il governo pensa al taglio della detrazione fiscale sugli interessi passivi dell'abitazione. La misura colpisce 4 milioni di italiani

Vogliono stangare persino i mutui

Roma - Il conto della legge di Stabilità 2017 potrebbe finire nelle tasche dei proprietari di casa. Dopo il salasso da 22 miliardi di euro in cinque anni, innescato dalla patrimoniale sul mattone varata dai governi Monti e Letta, Renzi potrebbe aggiungere una stangata che peserà per centinaia di euro su quattro milioni di famiglie. La vicenda è riemersa nelle ultime ore, anche se il governo non vuole entrare nei dettagli fino all'ultimo momento utile. Quindi, alla fine dell'anno. Lontano dai ballottaggi e, ancora di più, dal referendum costituzionale. Un aumento delle tasse mascherato da cancellazione di una spesa fiscale.

La vicenda è quella antica delle tax expenditures, agevolazioni fiscali. Una giungla di quasi 800 deduzioni e detrazioni, che ha mandato in crisi più commissari alla spending review e che nessun governo ha veramente intaccato. Costano tanto, circa 300 miliardi di euro, e il governo deve necessariamente pescare da lì per ottenere le risorse necessarie a varare altre misure, dal taglio dell'Irpef (che il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ieri ha confermato di volere rinviare al 2018) al bonus da 80 euro per i pensionati).

Il governo avrebbe deciso la strada di un limite all'importo massimo di deduzioni possibili. Limite che scende con l'aumentare del reddito. La logica è quella di limitare i benefici per chi guadagna di più e presentare il taglio alla agevolazione come la copertura a misure per i redditi più bassi.

Secondo indiscrezioni circolate ieri, il limite potrebbe essere intorno ai 1.500 euro per un reddito sui 30mila euro. Più pesante di quello studiato a suo tempo dal governo Monti (3mila euro) e mai realizzato. Il governo sta già mettendo le mani avanti, dicendo che non tutte le tax expenditures saranno colpite. Saranno escluse quelle più sensibili socialmente (e politicamente), tutte concentrate tra le detrazioni da lavoro dipendente che valgono da sole più di 40 miliardi. Quelle sui carichi familiari sopra gli 11 miliardi. Non saranno toccate nemmeno quelle delle spese sanitarie, che riguardano la maggioranza dei contribuenti e valgono circa 900 euro a famiglia all'anno. Salvo anche il bonus per le ristrutturazioni edilizie.

Ma nella lista delle detrazioni colpite dalla tagliola ci sono quelle che oggi consentono di scalare il 19% degli interessi passivi per il mutuo e relativi oneri, per le abitazioni e anche per le nuove costruzioni. L'importo cambia a seconda della tipologia di mutuo. Agevolazione che riguarda più di quattro milioni di contribuenti.

Seconda solo a quella per le spese sanitarie (che il governo non vuole toccare) e a quella sulle assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni, utilizzata da più di 6 milioni di contribuenti. Anche questa detrazione è nella lista di quelle che dovrebbero subire la limitazione allo studio del governo.

Difficile capire se il taglio delle spese fiscali si accanirà sul mattone. La misura è sicuramente impopolare. Di certo c'è che il taglio delle tax expenditures è parte dell'agenda del governo. Di pari passo con il taglio delle tasse. L'Ires per le imprese, che è sempre più probabile e anche l'Irpef, che il premier Matteo Renzi vorrebbe varare già dal 2017, ma che per il ministro Padoan potrebbe arrivare «un po' più in la». Quindi, come minimo, nel 2018.

Dopo il referendum, ma prima delle elezioni politiche.

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