"Al voto": raccolta firme a 5 Stelle contro i sospetti di poltronismo

In molti temono di non essere rieletti, ma fingono di mobilitarsi per evitare ombre su di loro. Il promotore: «Urne anche a luglio»

"Al voto": raccolta firme a  5 Stelle contro i sospetti di poltronismo

Roma Lunedì nuovo giorno di consultazioni, con il M5s che ormai vede sfumare Palazzo Chigi e torna a chiedere a gran voce il voto. Tra i deputati più convinti che la strada, tracciata da Luigi Di Maio, sia quella giusta da seguire c'è anche il neodeputato campano Michele Gubitosa che ha lanciato una petizione su Facebook per raccogliere le firme e che porterà la sua proposta nella prima assemblea congiunta. Che si terrà lunedì alle 19.30 proprio per fare il punto della situazione alla luce del nuovo scenario politico che potrebbe portare alla nascita di un governo di tregua a cui i Cinque stelle sono contrari.

«Andiamo subito al voto» scrive Gubitosa su Facebook. «È questo il mio messaggio indirizzato in primis a Matteo Salvini: la smetta di blaterare e, se è vero quello che va dicendo da due mesi, non abbia paura di chiedere al presidente Mattarella, insieme a noi, di dare la parola agli italiani perché solo a loro dobbiamo dare conto. Ha detto chiaramente di non aver timore delle elezioni: se dovesse venire meno anche stavolta, si renderebbe protagonista dell'ennesimo bluff, come di bluff si è trattato rispetto al dialogo con Luigi Di Maio che si è dimostrato, invece, trasparente e sincero per il bene degli italiani». Quindi, Gubitosa spiega la sua proposta: «Ritengo sia importante raccogliere le firme di tutti noi per dimostrare fermezza e unità nel chiedere il voto o a luglio o a settembre».

Una posizione per dimostrare che i parlamentari del M5s non hanno alcun problema ad andare al voto già nei prossimi mesi rivendicando la premiership di Di Maio e la compattezza del gruppo che non vuole, questo il ragionamento alla base del documento, stare con le mani in mano in un Parlamento che non lavora per lo stallo creato dai partiti.

In verità la situazione è ben più complicata, perché sono tanti i parlamentari - anche all'interno dei Cinque stelle - che farebbero volentieri a meno di tornare alle urne. Il timore di non essere ricandidati o di non riuscire comunque a rientrare visti anche i meccanismi in parte poco prevedibili con cui scattano i seggi con il Rosatellum rendono per i più piuttosto incerta la rielezione. Soprattutto nel M5s, dove gli eletti sono stati oltre le attese.

Pubblicamente, però, nessuno lo ammetterà mai. Anzi, l'idea della petizione serve proprio ad allontanare il sospetto che nel gruppo dei Cinque stelle ci sia chi nicchia a un governo di transizione. Così, anche Carlo Sibilia non sembra avere dubbi.

«Se non ci sono dei ripensamenti sostanziali e credibili da parte dei partiti sconfitti dalle elezioni del 4 marzo - dice - allora l'unica strada percorribile è quella di nuove elezioni. Questa è l'unica visione logica e coerente da parte nostra - osserva - a questo punto, dopo i balletti sgraziati di Salvini e Renzi».

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