Voucher, tetto a 3mila euro per evitare il referendum

Gian Maria De Francesco

Roma Il governo ha giocato l'ultima carta per evitare il referendum sui voucher promosso dalla Cgil. Ieri, mentre il ministro Giuliano Poletti incontrava nuovamente i sindacati per sondare il terreno, la commissione Lavoro della Camera licenziava il testo base della riforma dei buoni lavoro che l'esecutivo dovrà decidere se varare come decreto o disegno di legge.

In pratica potranno essere usati solo da famiglie (per baby-sitter, badanti, colf, lavori di giardinaggio e riparazioni) e imprese o professionisti senza dipendenti per lavori occasionali da affidare a disoccupati, pensionati, studenti ed extracomunitari. Il tetto annuo per ciascun datore di lavoro sarà di 3mila euro e ciascun lavoratore potrà accumularne ogni anno fino a 5mila euro (massimi 2mila euro da un singolo datore) dai precedenti 7mila. Abolito il taglio dei voucher da 7,5 euro si passa a 10 (già esistente e ora riservato alle famiglie) e 15 euro. Le imprese potranno solo acquistare quelli da 15 euro per via telematica e non nelle rivendite autorizzate. Se le aziende li utilizzassero in modo improprio, scatterebbe l'obbligo di assunzione.

«I contenuti dello schema sono vicini ai contenuti di merito sostenuti dal governo per un intervento radicale di riduzione dell'uso dei voucher», ha dichiarato il ministro del Lavoro Poletti sottolineando che si terrà «aperto il dialogo con il sindacato» e che solo alla fine si valuterà l'uso dello strumento più opportuno (ddl o decreto). «Si sta facendo un'operazione che prova a depotenziare il referendum e non ad affrontare il tema», ha replicato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, precisando la preferenza per «una soluzione drastica», ovvero l'abolizione proposta dal referendum e bollando come «incomprensibile» la scelta di non vietarne l'uso alla Pubblica amministrazione.

Camusso sa bene che potrebbe vincere la battaglia, tant'è vero che il ministro della Pa Madia ieri ha detto di stare lavorando a un limite di utilizzo per il pubblico impiego.

La Cgil, però, vuole stravincere e questo ha indispettito il presidente della commissione Lavoro del Senato ed ex ministro, Maurizio Sacconi: «Si cancellano i voucher senza avere il coraggio di dirlo, meglio il referendum».

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