Politica

Ora Zinga usa i soldi pubblici per comprare il centro sociale

La Regione Lazio ha acquisito l'immobile di un'associazione di donne vittime di violenza sfruttando l'immobilismo della Raggi; l'opposizione è pronta a rivolgersi alla Corte dei conti

L'aiutino di Zinga a Gualtieri è un boomerang: usa i soldi pubblici per comprare il centro sociale

La campagna elettorale per le amministrative è nel suo clou. Tra poco più di un mese milioni di italiani si presenteranno alle urne per eleggere i loro sindaci e la corsa per il Campidoglio è una delle più calde, soprattutto per ciò che rappresenta Roma. Sono quattro i protagonisti di questa disfida elettorale: Enrico Michetti per il centrodestra, Roberto Gualtieri del Pd per il centrosinistra, Carlo Calenda di Azione! e il sindaco uscente Virginia Raggi per il Movimento 5 stelle. Il leader di Azione! è il vero outsider di questa competizione, per la quale però Gualtieri può contare sull'appoggio dell'ex segretario dem, nonché presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

Come riporta il quotidiano Libero, il governatore di recente ha acquistato con i soldi pubblici la sede di un'associazione di donne vittime di violenza a Roma. Una mossa strategica, che da un lato stride per quanto accaduto solo pochi mesi fa, quando Zingaretti è caduto sotto il peso delle accuse di misoginia politica nel Partito democratico da parte delle femministe, visto che il Pd ha mandato al governo solo ministri maschi, dall'altra fa guadagnare punti ai dem nella Capitale proprio tra le associazioni femministe.

Tuttavia, l'acquisto della sede dell'associazione potrebbe essere presto oggetto di un'interrogazione da parte dell'opposizione in Regione Lazio. "Ancora una volta il presidente se ne infischia della trasparenza approfittando di un forzato lockdown degli uffici regionali", ha dichiarato Chiara Colosimo di Fratelli d'Italia. Dalla Lega, invece, si alza la voce di Laura Corrotti: "Ci rivolgeremo alla Corte dei conti, perché qui il tema non è quello di accogliere ragazze vittime di violenza in una struttura, cosa che da donna considero meritorio, ma assegnare immobili a propria discrezionalità anziché passare da bando pubblico".

Zinga ha assunto i tratti del paladino delle donne contrapposto a Virginia Raggi, accusata dai movimenti femministi di non aver fatto abbastanza per le donne nel corso del suo mandato. La mossa del governatore non può che essere un assist per Roberto Gualtieri, avallato anche dalla senatrice Monica Cirinnà, che ha tuonato: "Grazie alla determinazione e alla tenacia della Regione Lazio, Lucha y Siesta viene riconsegnata a Roma, con il suo patrimonio di buone pratiche, solidarietà, contrasto alla violenza. Una bella giornata, che rende evidente la distanza tra un’amministrazione – la Regione – che ha saputo farsi prossima prestando ascolto alle istanze sociali e il comportamento di Roma Capitale e della Sindaca, che ha alternato indifferenza ad aperta ostilità".

Ma ora il centrodestra accusa il segretario di fare favoritismi, spendendosi per aiutare solamente le associazioni politicamente schierate da un'unica parte. Il palazzo in cui ha sede l'associazione si trova nella periferia sud di Roma e un tempo era uno dei depositi dell'Atac. Quando la società municipalizzata dei trasporti di Roma si è trasferita, l'immobile è stato occupato in autogestione da ragazze in fuga dalle loro famiglie. L'organizzazione è diventata capillare e dal 2015 l'associazione è un bene comune che, come sottolinea il quotidiano Libero, "rientra come altre strutture dell'immenso patrimonio capitolino nell'ambito della discussa delibera 140 licenziata dall'allora giunta Marino". La delibera è nata al fine di "recuperare l'esorbitante morosità che negli anni le amministrazioni (soprattutto di sinistra) avevano accumulato consentendo a una galassia di associazionismo vario e a decine di compagni di occupare stabili a canone irrisorio, soltanto in ragione della finalità "sociale" del servizio offerto".

L'intervento della Regione per l'acquisto dell'immobile è arrivato dopo due anni di minacce di sfratto alle occupanti da parte dei liquidatori di Atac. Il 15 settembre il palazzo sarebbe stato oggetto di sgombero ma Zingaretti ha fatto in modo di aggiudicarselo all'asta, con buona pace di Virginia Raggi che non è riuscita in due anni a trovare una soluzione.

Un colpo elettorale che fa guadagnare punti al Pd e, quindi, a Gualtieri nella corsa al Campidoglio.

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