Zingaretti avverte gli alleati: "Se cade il governo si torna al voto"

Il segretario del Partito democratico elogia l'operato di Giuseppe Conte: "Si è dimostrato un buon capo di governo. È autorevole, colto e veloce"

Zingaretti avverte gli alleati: "Se cade il governo si torna al voto"

La linea dettata da Nicola Zingaretti è molto chiara: "Le elezioni ci saranno se dovessimo valutare che l’esecutivo ha esaurito la sua funzione e non serve più all’Italia". Dunque il Pd non ha intenzione di "stare al potere per il semplice gusto di esercitarlo". E ha colto l'occasione per tuonare contro Italia Viva di Matteo Renzi: "Deve decidere se stare o meno dentro la prospettiva del campo progressista. Nel Paese si sta riaffermando uno schema bipolare".

Il segretario del Partito democratico, nel corso dell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha speso parole al miele nei confronti di Giuseppe Conte: "Si è dimostrato un buon capo di governo. Autorevole, colto e anche veloce e sagace tatticamente. Oggettivamente è un punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste". Si è detto dunque soddisfatto della confessione del presidente del Consiglio, il cui cuore batte a sinistra: "Per me non è una scoperta. Avevo già percepito il suo essere parte del pensiero democratico. Naturalmente con una sua originalità e autonomia, che per me sono una ricchezza".

M5S e legge elettorale

Nonostante il Movimento 5 Stelle abbia annunciato che correrà da solo nelle prossime elezioni Regionali, non è da escludere un'altra alleanza dopo la prova in Umbria: "Tra di loro è in corso un confronto che va rispettato". Anche perché vi è una fazione "convinta di un rapporto leale e duraturo con la sinistra", all'interno della quale vi sarebbe Beppe Grillo, "insofferente per natura alla prepotenza di Salvini". Altri invece "hanno opinioni diverse". Il governatore della Regione Lazio ha così commentato la posizione di Luigi Di Maio, che ha escluso ulteriori alleanze con i dem a livello territoriale: "È figlia di un'incertezza. Ma confido che molti loro elettori sceglieranno Bonaccini e Callipo".

Infine Zingaretti ha fatto luce sulla questione della legge elettorale: "Siamo partiti dalla nostra posizione per un maggioritario a doppio turno ma le riforme si fanno con i voti e ora occorre trovare una sintesi". A suo giudizio un maggioritario troppo squilibrato "nell’attuale atipico bipolarismo italiano, può portare ad una soverchiante e sproporzionata vittoria della destra sovranista".

Invece un proporzionale puro "sarebbe la semplice fotografia della frammentazione attuale". Tra le due ipotesi comunque si interpone "il terreno di un confronto di tutta la maggioranza e, poi, anche con l’opposizione".

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