da Venezia
Da una parte il governatore Giancarlo Galan, che si complimenta col custode del museo: «Bene ha fatto. Simili usi e costumi non appartengono ai doveri imposti dalla religione islamica». Dallaltra il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, che dice: «Nei Musei Civici Veneziani tutti possono vestire come vogliono, basta che non si velino gli occhi».
È destinata a far discutere ancora a lungo la vicenda della visitatrice islamica che domenica mattina ha tentato di entrare a Ca Rezzonico, uno dei tanti musei della città, libera di acquistare il biglietto in un primo momento ma poi respinta da un guardasala che le ha vietato lingresso sulla base del regolamento interno della struttura, che vieta «laccesso a viso coperto».
La questione si è tra laltro complicata da quando allorizzonte è stata paventata lipotesi di un licenziamento delladdetto per la sua condotta. Il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli invoca lintervento del ministro dellInterno Roberto Maroni, perché difenda «lonesto lavoratore». «No al fondamentalismo ostentato e prevaricatore», dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi. «È su come un Paese affronta queste situazioni che si gioca lalternativa tra la reale integrazione degli extracomunitari e un disastro di incomunicabilità con chi pretende di imporre in Italia atteggiamenti proibiti anche nel Paese dorigine», ha aggiunto Giovanardi. Sulla stessa direzione il presidente della Regione Galan, che prende le difese dellimpiegato: «Di che buon senso parliamo quando si tratta di garantire sicurezza e dignità allinterno di un museo?». «In Italia esistono leggi e circolari ministeriali che, tra il 1975 e il 2000, hanno, con spirito di tolleranza, normato una questione assai delicata: ogni genere di copricapo va bene, ogni genere di velo può essere accettato purché lindumento mantenga il volto scoperto».
Il dibattito rischia di pesare sulle sorti del guardiano. Il direttore dei Civici Musei, Giandomenico Romanelli, da subito polemico nei confronti del gesto del guardasala («la sua è stata uniniziativa personale e del tutto fuori luogo») ha scritto alla cooperativa «Verona 83», presso la quale luomo è impiegato, chiedendo chiarimenti e quali sanzioni si intendano prendere. Risposta secca del presidente: «Non ho nessuna intenzione di licenziarlo».
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