Anna Maria Greco
da Roma
Lo chiamano «Dracula-Visco» e lo paragonano ad «Arsenio Lupin»; protestano contro il «salasso» o la «stangata» fiscale annunciati; definiscono quello di Prodi «governo delle tasse» e annunciano che faranno le barricate. Quelli della Casa delle libertà laspettavano al varco, il viceministro dellEconomia. E appena Vincenzo Visco conferma che lesecutivo studia come reintrodurre la tassa di successione e come tassare le rendite finanziarie, gli saltano al collo. Con un coro di: lavevamo detto noi!
«Visco annuncia che stanno per arrivare - commenta Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi - le tasse su Bot, Cct, obbligazioni e successioni. Poi fa un appello allonestà intellettuale: certo non quella del centrosinistra, che in campagna elettorale ha sempre accusato noi di fare terrorismo sulle nuove tasse».
Aggiunge il presidente dei deputati di An, Ignazio La Russa: «Non abbiamo mai avuto dubbi che questo sia un governo delle tasse. Gli italiani, ahimè, lo scopriranno. Siamo stati facili Cassandre». Anche il vicecoordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, esordisce con un «come volevasi dimostrare...». Lannuncio di Visco, secondo lui, è «in perfetta coerenza con l'ultima parte della campagna elettorale di Prodi» e aumenta il rischio di «dare un colpo ad una ripresa appena iniziata», mentre lOcse teme che la limitata maggioranza parlamentare e la frammentazione dellUnione non consentano di realizzare «le riforme strutturali di cui lItalia ha bisogno per crescere».
Ha già coniato uno slogan, il leghista Roberto Calderoli, vice presidente del Senato: «Più Visco uguale più fisco». Mentre per lUdc Luca Volontè il vero motto del governo Prodi è «più tasse per tutti». Le dichiarazioni del viceministro, per Calderoli, sono solo «un alibi per giustificare lennesima stangata fiscale da parte della sinistra», visto che lo stato dei conti è noto a tutti, per i controlli in sede europea. «Sono capaci tutti - dice Calderoli- di far quadrare i conti aumentando le tasse: il governo Berlusconi le ha invece ridotte e ha garantito 5 anni di stabilità al Paese».
Un fuoco di fila al quale Visco risponde con una rassicurazione-precisazione. Dice che il governo «non aumenterà le tasse, ma cercherà di abbassarle» e accusa la Cdl di aver messo «in difficoltà la finanza pubblica», facendo finta adesso «che sia colpa nostra se bisogna risalire la china». Poi spiega: «Bisogna battere l'evasione fiscale e fare in modo che ciascuno paghi le tasse in base al proprio reddito, avendo attenzione semmai per i meno abbienti».
Ma la sua rettifica non convince la Cdl. «Non vale rimangiarsi le proprie parole», avverte Bonaiuti. Per Benedetto Della Vedova, leader dei Riformatori Liberali e deputato di Fi, «si materializza lo spettro preelettorale» e la Cdl reagirà con il «massimo della mobilitazione nelle istituzioni e nel Paese». Lazzurro Giuseppe Vegas, ex viceministro all'Economia, conferma la volontà di fare sulla questione un«opposizione durissima».
Anche nella maggioranza cè chi si preoccupa anche dellimpopolarità della proposta-Visco, ricordando che il timore di una stangata fiscale ha già penalizzato lUnione alle elezioni. «Peggio delle tasse, c'è solo l'incertezza sulle tasse. Un pessimo segnale», avverte il radicale Daniele Capezzone, della Rosa nel pugno.
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