Un pomeriggio con l’incubo dei no global

Un pomeriggio con l’incubo dei no global

(...) piazza Corvetto. Chi doveva tornarsene a casa dopo il lavoro ha dovuto aspettare fino alle 19. Manifestazione e contromanifestazione sono stati quasi una caricatura degli anni Sessanta e Settanta. Niente lacrimogeni. Niente scontri. Tanti genovesi arrabbiati per il traffico impazzito. Molti di meno quelli interessati ai motivi dei cortei.
Il primo, quello di Forza Nuova, aveva ricevuto il nulla osta della Questura, dopo il «niet» delle autorità a quello in programma a Cornigliano. Il secondo, quello degli estremisti di sinistra, ben più numerosi, si è formato senza autorizzazioni, non è stato sciolto, ma soltanto bloccato dalle forze dell'ordine. I no global sono comunque riusciti a fare sentire la loro voce e a distribuire volantini in via XX Settembre.
Tutto comincia alle 16,10. Gruppi di giovani dei centri sociali, no global, cobas, portuali, si ritrovano in piazza De Ferrari, ufficialmente per fare volantinaggio politico. Passano appena dieci minuti e il corteo s'ingrossa. Arrivano trecento contestatori. Decidono di scendere con uno striscione rosso per via XX Settembre e di bloccare il traffico. Poi svoltano in via XII Ottobre, ma di fronte a loro trovano le camionette di polizia e carabinieri. Rinunciano. S'incamminano lungo il salotto buono del centro fino a via De Amicis.
Ore 16,30. All'appuntamento di Forza Nuova in piazzetta Brignole si presentano soltanto in 23. Le bandiere sventolano. Il megafono comincia a scandire slogan anti comunisti e anti musulmani.
Ore 16,50. Il corteo dei no global, armati di bastoni, si avvicina pericolosamente. Gli agenti della Digos e i celerini, agli ordini di Giuseppe Gonan, e i carabinieri del colonnello Guglielmi, cominciano a schierarsi più stretti. Sono tutti bardati con caschi, manganelli, ginocchiere e gomitiere. C'è tensione. Spuntano fuori, alla testa del corteo, i bastoni. Quelli delle prime fila s'incappucciano. Un vigile urbano viene preso in giro e sfottuto dai giovani. Un drappello dei centri sociali incontra il dirigente della questura Di Rienzo. Si parla. Si patteggia. Cominciano le urla e gli sfottò da una parte e dall'altra.
Ore 17,15. I no global tornano indietro. Si vogliono fare sentire e bloccano ancora una volta il traffico intorno a via XX Settembre.
Ore 17,35. Una decina di estremisti dei centri sociali sfugge ai controlli del quadrilatero rosso. Arriva in via Galata. Le fazioni sono a 50 metri l'una dall'altra. Scattano le urla. Il cordone dei carabinieri evita lo scontro, ma blocca tutti. Anche i cittadini. Qualcuno, da una finestra grida ai no global di andarsene.
Ore 17,40. Ai primi giovani estremisti di Forza Nuova si aggiungono un'altra ventina di camerati. Arriva anche Angelo Riccobaldi, segretario provinciale del movimento. Tutti bloccati dal traffico e dalla polizia. Fra di loro spicca la tonaca nera del prelato Giulio Tam. Un lefebvriano di Sondrio, missionario in America Latina, decano delle messe celebrate a Predappio, che si mette insieme a Riccobaldi alla testa del corteo contro la moschea. «Al mio collega don Andrea Gallo dico che l'aspetta il giudizio universale. Deve spiegare a Gesù Cristo tutto quello che ha fatto».
Ore 17,45. Arriva Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova. Applausi e grida di benvenuto. Lui si scusa con tutti. Traffico autostradale dice. Poi blocco della polizia in via Montaldo. Lo è andato a prendere una vettura della Digos.
Ore 17,50. Si parte verso la Prefettura. In via SS: Giacomo e Filippo in testa al corteo uno striscione. «Lepanto 1571 oggi come allora difendere l'Europa Forza Nuova e Genova presente per l'onore dell'Italia». Tanti inni contro la moschea a Genova.
Ore 18,10. I no global sono in via XX Settembre. Quelli di Forza Nuova in piazza Corvetto. Urla antifasciste da una parte. Fischi e slogan anticomunisti dall'altra. La solita roba.
Ore 18,25. Il corteo arriva sotto la prefettura. In cima via Roma Riccobaldi, Fiore, don Giulio, arringano la piccola folla.«Genova non deve diventare come Marsiglia, le vostre auto intatte non come quelle bruciate dei parigini». Poi contro la politica a favore dell'immigrazione di Prodi, delle agevolazioni gratuite e dei soldi spesi per nomadi e immigrati a Genova.
Ore 18,50. la manifestazione termina così. Il nocciolo duro alla testa del corteo di Forza Nuova sale gli scaloni per incontrare il prefetto. I giovani e l'anziano della X Mas se ne vanno a prendere l'aperitivo.

In fondo a via Roma, di fronte al Carlo Felice, anche quelli dei centri sociali se ne vanno a bere un caffè caldo al bar. In mezzo restano, fino a tarda sera, gli uomini delle forze dell'ordine. Stavolta soltanto a dirigere il traffico impazzito e a scusarsi con i genovesi incarogniti.

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