Portaborse ricchi, famiglie numerose e disabili più poveri

Respinte le correzioni suggerite da Plinio (An) e Marcenaro (Udc)

(...) che voleva tagliare i fondi agli oratori. L’intervento di Romolo Benvenuti dell’Ulivo è stato persino imbarazzante per gli alleati di Rifondazione, Verdi, Comunisti Italiani, Unione a sinistra e persino per Luigi Cola, ulivista ma firmatario dell’emendamento. «Siamo contrari a questa richiesta, Nel merito, perché anche nella scorsa legislatura, quando eravamo in minoranza, ci eravamo astenuti sulla legge per gli oratori - è l’attacco di Benvenuti al compagno Nesci -. E comunque se c’è un problema politico nella maggioranza, questo è il modo peggiore per porlo. Questa proposta acuisce la frattura politica. Vi invito a ritirarla». Persino Forza Italia si spella le mani per applaudire e sottoscrivere, come fa il capogruppo Luigi Morgillo, «dalla prima al’ultima parola» l’intervento del diessino. E Nesci ubbidisce. Cola prova a spiegare perché aveva firmato l’emendamento anti-oratori. Mentre Gianni Plinio maramaldeggia: «Mai come in questa occasione vale il detto: “Contrordine compagni” - stuzzica -. Vi siete calati i mutandoni rossi». Nesci ritiene di aver vinto: «Abbiamo ottenuto quello che volevamo, porre il problema politico». Ma per uno che chiede una verifica di maggioranza, ubbidire all’ordine della nuova maggioranza variabile che si è formata sul tema della famiglia e dei valori cattolici, sembra una vittoria un po’ fantasiosa.
Anche perché Rifondazione più di un imbarazzo aveva appena finito di provarlo su una proposta di emendamento al bilancio presentata da Matteo Marcenaro dell’Udc. In sostanza si chiedeva di ridurre l’addizionale regionale Irpef alle famiglie numerose con basso reddito e con figli disabili. Si trattava di portare dall’1.4 per cento allo 0.9 per cento l’addizionale per chi aveva tre figli a carico, o un disabile, e un limite di 40.000 euro lordi di reddito. Tutte le belle parole del centrosinistra sull’appoggio alle famiglie dove sono finite? Sul «no» dell’assessore al Bilancio, G.B. Pittaluga che spiegava di non poter tirare fuori 8,5 milioni di euro in più. «Ma queste cifre sono sbagliate - replica Matteo Marcenaro -. I conti dimostrano che nell’assurda e più costosa delle ipotesi si sarebbero spesi circa 600mila euro». Giacomo Conti, Rifondazione, chiede all’assessore di non far cadere la questione e di trovare la soluzione «a un problema che merita una risposta positiva». Massimiliano Costa, Margherita, liquida la faccenda con un «non c’era la copertura finanziaria, doveva pensarci prima». Peccato solo che sempre ieri la Regione, che ha più soldi del solito, abbia approvato di ridurre di un punto percentuale l’aliquota alle imprese di servizio.
Gianni Plinio di An, da parte sua, ha approfittato dell’occasione per ricordare cosa preveda invece il bilancio per quanto riguarda le spese di Burlando e della sua giunta.

«Per pagare i portaborse del presidente la Regione spende 848mila 985 euro l’anno - incalza -. Per gli assessori questi costi sono appena ridotti a 586mila 549 euro. E questa sarebbe la politica di rigore?». Per l’assessore Pittaluga la risposta è «sì, la politica del personale è coerente».

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