Siamo personalmente molto preoccupati per il futuro del giovanissimo Stephan El Shaarawy. Non certo per il suo talento che viene considerato assoluto, specie se paragonato a un ragazzo classe '91 che deve ancora completare la maturità fisica e tecnica. Non certo per il suo inserimento nello schema di Allegri che si dovrebbe presentare privo di difficoltà a giudicare dalle caratteristiche del promettente tre-quartista a mnetà col Genoa e valutato quasi quanto Pato addirittura (7 milioni più la metà di Merkel per la sua metà). Siamo personalmente preoccupati per tutto il can can che si è scatenato intorno a questo imberbe campioncino del quale dobbiamo ancora conoscere tutti i connotati, psicologici in particolare.
É stato trasferito al Milan in un periodo di calma piatta del calcio-mercato e questa circostanza ha favorito una serie di aritcolesse per descrivere la sua bravura, la sua famiglia e persino per raccontare in diretta i suoi esami scolastici. Lui si è concesso qualche intervista dal tratto guascone arrivando a dichiarare che la famosa cresta in testa «non la taglierò neanche se me lo chiedesse Berlusconi». Ora è il caso di farglielo capiure: calma giovanotto. Non solo. Ma bisogna dare una camomilla anchge al suo procuratore Roberto La Florio il quale ha raccontato le meraviglie dei suoi primi giorni in rossonero. Ha detto: «Galliani gli ha detto che non potrà giocare con Kakà e che dovrà giocare al suo posto: il ragazzo è carico al massimo». Calma, trinchetto. Ha aggiunto lo stesso agente: «Ha fatto le visite mediche ed è rimasto colpito dalle parole dei dottori Meesserman e Tavana che gli hanno detto che per modo di fare e di muoversi ha proprio lo stile Milan».
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