Milano non dimentica la violenza di gruppo nei confronti della studentessa di 22 anni, aggredita da un branco di giovani romeni nella notte fra il 3 e il 4 giugno scorso nella zona di via Ripamonti. Ma allo stesso tempo lancia un messaggio di speranza e di coesistenza multi-etnica. È questo il senso della premiazione dei poliziotti che hanno risolto il caso praticamente in tempo reale. Non casualmente l'iniziativa, organizzata dal Coordinamento dei comitati milanesi nel pomeriggio di ieri, si è svolta in uno stabile del quartiere Stadera, una zona difficile a due passi da via Ripamonti dove la ragazza è rimasta vittima dello stupro e un suo amico è stato immobilizzato e picchiato. Ledificio popolare ristrutturato, in via Palmieri, è una sorta di simbolo della coesistenza pacifica fra italiani e immigrati: oltre il 60 per cento dei residenti è extracomunitario. Sopra l'ingresso è apposta una targa in ricordo del sacrificio dei partigiani: all'interno, porta a porta, convivono anziani e stranieri che però «si sentono in parte italiani e sono molto arrabbiati per quello che è successo» e «applaudono al comportamento delle forze dell'ordine».
Non sono solo parole perché la piccola comunità ha accolto con molto calore il presidente del Coordinamento, Carlo Montalbetti, il questore Paolo Scarpis, e i sette poliziotti che, uno a uno, sono stati premiati e ai quali è stata data una targa ricordo.
Premiati gli agenti che hanno arrestato il «branco»
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