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«Il premier scenda in campo come per i rifiuti di Napoli»

Roma«Uno scontro? Davvero?». Quando gli si chiede conto della querelle tra lui e Giulio Tremonti nell’ultimo Consiglio dei ministri, poco ci manca che Raffaele Fitto caschi dalle nuvole. D’altra parte, il ministro degli Affari regionali non è uno di quei politici che pur di accaparrarsi un titolo sui giornali è disposto ad aprire una crisi di governo. Anzi, l’esatto contrario. Così, nonostante le sue incomprensioni con il titolare dell’Economia siano state negli ultimi giorni accese e reiterate - a Palazzo Grazioli si vocifera di una telefonata conclusasi bruscamente e senza i congedi di rito - Fitto è categorico: «Ci mancherebbe altro». Diplomazia a parte, che i due abbiano se non una visione, quanto meno sensibilità differenti sulla questione meridionale è piuttosto chiaro.
Cosa vi siete detti venerdì in Consiglio dei ministri?
«Abbiamo convenuto che, vista la crisi economica e l’emergenza terremoto in Abruzzo, il governo ha lavorato bene. Ma anche che ora è arrivato il momento di far diventare il Mezzogiorno il punto fondamentale dell'agenda».
Nessuna divergenza?
«Quel che conta è che nel merito siamo tutti d’accordo. Il Sud ha problemi strutturali che si porta dietro da decenni ed è ora di metterci mano in maniera seria».
A Chianciano Tremonti ha rilanciato l'idea di una Cassa del Mezzogiorno e in molti già parlano di cabina di regia per il Sud. Sono strade che la convincono?
«Quella della Cassa è stata un’esperienza con alcuni aspetti positivi e molti negativi. Per quanto riguarda le cabine di regia, invece, la mia esperienza mi dice che solitamente non servono a risolvere i problemi ma a rinviarli».
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, invece, propone un Manifesto per il Sud lanciato da Tremonti...
«Guardi, noi dobbiamo passare dalla logica della diagnosi a quella della terapia. Terapia d’urto, se possibile. Per questo serve un piano per il Mezzogiorno che abbia in Silvio Berlusconi il suo punto di riferimento. D’altra parte, è stato lo stesso premier a dirlo in questi ultimi giorni».
Sarebbe un'assunzione di responsabilità non da poco.
«Il caso Napoli ha dimostrato che quando Berlusconi prende a cuore una missione i risultati si vedono. Ecco, credo che sul Sud debba avvenire la stessa cosa che è avvenuta per risolvere l'emergenza rifiuti a Napoli. Tenendo anche conto del fatto che nel Mezzogiorno Berlusconi ha un consenso elevatissimo e che proprio nel Sud il Pdl ha ottenuto buona parte del suo successo elettorale. Anche per questo mi pare giusto che la risposta arrivi direttamente dal premier».
Quando ci fu la crisi dei rifiuti il premier disse chiaramente di essere disposto alla linea dura pur di ottenere risultati. «Lo Stato farà lo Stato», ripeteva spesso. Pensa a qualcosa del genere?
«Il Mezzogiorno ha bisogno di risposte mirate. Ci sarà una ragione se da Roma in giù abbiamo un solo termovalorizzatore che, guarda un po’, è proprio quello di Acerra. E se le leggi ordinarie non saranno sufficienti penseremo a come utilizzare anche strumenti diversi».
I punti fondamentali di questo piano per il Sud?
«Sanità, scuola e università, infrastrutture e pubblica amministrazione. Nel dettaglio ci stiamo lavorando e siamo a buon punto ma ne parleremo più avanti».
Il dibattito sul Mezzogiorno e il Partito del Sud tutto nell'arco di poche settimane. Non è che in questo primo anno avete dato l'impressione di essere più attenti ai problemi del Nord e alle richieste della Lega?
«Come le ho detto il governo ha lavorato bene in un anno difficile. Ora è arrivato il momento di aprire seriamente questo fronte. Il federalismo fiscale, per esempio, in questo senso può diventare un'opportunità».
Si spieghi.
«Su quel testo mi sono personalmente impegnato molto e l’ho condiviso perché è giusto responsabilizzare chi amministra, al Nord come al Sud. Ora però bisogna cambiare passo anche perché proprio per dare senso compiuto a questa riforma è necessaria un’azione decisa sul Sud. Altrimenti, tanto il federalismo ha rafforzato l’alleanza tra Pdl e Lega tanto sarà delicato approvare i decreti attuativi».
Del commissariamento della Sanità in Campania cosa ne pensa?
«Nel merito sono d’accordo, tanto che l’ho votato. Il punto, però, è evitare di rappresentare il Sud come un enorme buco nero per problemi che sono strutturali - e quindi noti - da decenni».


E il Partito del Sud?
«Una risposta sbagliatissima e rivendicazionista a un problema serio».

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