Lallarme, solo pochi giorni fa, laveva lanciato il pm Marco Ghezzi, a capo del pool di magistrati che si occupano di reati sessuali. «La scuola - aveva detto parlando del professore del Beccaria finito sotto inchiesta per molestie nei confronti di due ragazzine - non ci segnala i casi di abuso. Insegnanti e presidi hanno lobbligo di tutelare gli alunni». A ribadire il problema dell«omertà» negli istituti milanesi, questa volta, è un giudice. E lo scrive nelle motivazioni della sentenza con cui condanna a 11 anni di reclusione un docente di quarta elementare accusato di abusi sui suoi alunni, e a 5 anni e mezzo il dirigente scolastico (per concorso in violenza sessuale) che aveva omesso di denunciarlo. «Un immobilismo - sottolinea il tribunale - non dettato dalla prudenza, ma dalla precisa scelta di non intervenire, nella speranza che la situazione in qualche modo si risolvesse da sola rimanendo segregata tra le mura scolastiche, così da non recare pregiudizio al buon nome dellistituto secondo il noto adagio i panni sporchi si lavano in casa». Il «silenzio» del preside, per il giudice Annamaria Gatto, non è soltanto un atto di «grave negligenza». Si tratta di vero e proprio «dolo». Perché, nella scuola elementare di Quarto Oggiaro, tutti sapevano. I genitori avevano preteso che fossero presi provvedimenti nei confronti dellinsegnante.
Una richiesta caduta nel vuoto, quando le prime testimonianze «da sole - insiste il tribunale - avrebbero ampiamente giustificato e, anzi, imposto ladozione di provvedimenti o, almeno, lassunzione di qualche iniziativa» (...)- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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