Il padrino ha la faccia dell’attore. Porta il cappello a falda larga, si muove sinuoso come Frank Sinatra e usa toni gentili. «Ragionerò con lui» diceva calmo, serafico, con voce roca e sibillina Marlon Brando prima di spedire uno dei suoi «simpatici» killer a uccidere. Si somigliano. La fiction diventa realtà. Stavolta in versione irlandese. Le due facce della stessa medaglia. Spietato, sanguinario, assassino come i boss di Corleone. Accusato di almeno 19 omicidi.
Una saga durata ottantun’anni quella dell’ultimo- almeno anagraficamente.- «Godfather». Era nella lista dei 10 ricercati più pericolosi d’America. Per l’esattezza il numero uno. Ieri, dopo sedici anni, di caccia, l’Fbi lo ha catturato.
Nome James Bulger, soprannome «Whitney» (slavato), la fama di duro più cattivo tra i duri. Un’escalation criminale la sua che aveva addirittura ispirato Martin Scorsese. Nel film «The Departed», interpretato da Jack Nicholson e Leonardo di Caprio, lo chiamavano Frank Costello.
Insomma una leggenda criminale. Solo Osama Bin Laden poteva vantare una taglia più alta sulla testa. Bulger valeva fino a ieri due milioni di dollari. A solo nominarlo la costa Est a stelle e strisce tremava. Nonostante fosse in fuga con la sua compagna Catherine Greig dal lontano 1995.
Il boss irlandese, secondo l’accusa, sarebbe il capo storico della «Winter Hill Gang», una banda del Massachusetts attiva nell’area di Boston. Su di lui e i suoi scagnozzi una serie di reati infinita: omicidi, estorsioni, traffico di droga, scommesse clandestine, riciclaggio di denaro.
«C’era una volta in America». Eccolo qua. Originario di una famiglia di immigrati irlandesi, il gangster trascorre la sua intera esistenza sfidando la legge.
Rouge e noire, Caino e Abele. James ha un fratello, William, uno fra i più bravi a scuola. Uno che guiderà da senatore lo stato del Massachusetts per 17 anni.
Ma la storia di Jimmy va al contrario. Arrestato e rinchiuso in riformatorio ancora minorenne, il padrino in erba viene condannato una prima volta a 25 anni di carcere nel 1956. Rinchiuso ad Alcatraz, in cambio di una riduzione della pena accetta di sottoporsi volontariamente a un programma sperimentale della Cia: la somministrazione costante e continua e Lsd e altre droghe, nell’ambito di una ricerca scientifica.
Uscì dal carcere dopo 9 anni. Si dice che da allora soffrisse di insonnia. Di certo, dopo aver lasciato le diverse prigioni federali in cui di volta in volta soggiornò, una volta fuori tornò a Boston. E qui sarebbe diventato il boss di una delle più potenti bande della costa Est, la Winter Hill Gang, (la banda della collina invernale).
Si era persino cambiato faccia, con operazioni di chirurgia plastica, nella sua lunga latitanza con la compagna sessantenne.
Le autorità Usa avevano offerto una ricompensa di 100.000 dollari a chiunque avessero fornito informazioni utili per individuare Catherine Greig, e due milioni per quelle utili alla cattura di Bulger. E forse proprio grazie a una trasmissione televisiva, in cui si chiedeva la collaborazione degli spettatori, gli uomini dell’Fbi sono riusciti ha individuarlo. In un residence di Santa Monica in California. Con lui la compagna di sempre.
La storia però non finisce qui. Nel 2003 una commissione del Congresso sostenne che il padrino fosse al soldo dell’Fbi. Un informatore di alto rango ma anche, e soprattutto, «uno dei fallimenti più grandi nella storia dell'applicazione della legge federale».
Fu un agente federale, nel 1995, ad informarlo che stava per essere incriminato e a farlo fuggire.Ora Bulger comparirà davanti alla Corte Federale di Los Angeles. E a 81 anni potrebbe avere una vita di segreti da svelare.
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