Preziosi, intesa con Dubai per crescere

Preziosi, intesa con Dubai per crescere

È noto, ormai, che l’Italia stia vivendo un delicato periodo di recessione estesa a tutti i settori produttivi, e non solo. In un panorama, anche in prospettiva, poco incoraggiante, Fiera di Vicenza sta cercando di dare il proprio contributo partendo dalle radici e dalla cultura del gioiello. In questa ottica va inquadrato il recente accordo firmato tra Comune di Vicenza e Fiera, che porterà nella Basilica Palladiana il «Museo del gioiello» che verrà gestito dalla Fiera, che avrà modo di impiegarlo per tutte le proprie attività espositive, culturali e promozionali. «Ritengo che con questo progetto Fiera di Vicenza e Comune abbiano raggiunto un importantissimo risultato per Vicenza, nota nel mondo come la “Città dell’Oro" - ha commentato il presidente di Fiera di Vicenza, Roberto Ditri. «Per Fiera di Vicenza si tratta di un altro elemento cardine del suo progetto strategico Fdv 2011-15, che ha messo al centro del pensiero e dell’azione il valore dei contenuti e la loro veicolazione nel mondo. Sono estremamente soddisfatto di questo risultato e dell’altrettanto positivo lavoro di squadra fatto dalle due istituzioni, che hanno creduto con forza in questo progetto». Un consolidamento del ruolo internazionale della Fiera che, dopo aver ottenuto l’organizzazione del World Jewellery Forum (che chiude domani), ha definito una nuova prestigiosa collaborazione con il Dubai World Trade Centre (Dwtc): si tratta di divenire partner per l’Europa e l’Italia del Dwtc e interlocutore delle aziende della gioielleria, oreficeria e delle tecnologie collegate per l’organizzazione della loro presenza nel modernissimo centro espositivo di Dubai, punto di riferimento per il mercato degli Emirati Arabi Uniti e di tutto il Medio Oriente. Il primo step dell’accordo riguarda la prossima edizione di Dubai International Jewellery Week: Fiera di Vicenza sarà il coordinatore ufficiale della partecipazione di aziende e brand del Made in Italy e europee e agirà come rappresentante esclusivo per tutti i mercati dell’Ue.
Il presidente Ditri, dopo la firma, ha sottolineato: «Da sempre i rapporti di Fiera di Vicenza con Emirati Arabi e Medio Oriente sono di collaborazione e propositivi. Il mondo arabo ama l’oro e le pietre preziose, apprezza la gioielleria italiana, il Made in Italy e il gusto europeo in tutti i segmenti dell’alta gamma». D’altronde, la Fiera, per la portata innovativa dei suoi format, sta rafforzando le relazioni con i principali operatori fieristici internazionali in India, Brasile, Hong Kong e Usa, in particolare con il Jck di Las Vegas, in cui brilla il Vicenzaoro Italian Club.
Ecco, allora, che al fine di ottimizzare l’incidenza e gli interventi di sostegno al settore orafo-gioielliero, l’Ente fieristico vicentino, non dimentica di monitorare con attenzione, l’attuale situazione di mercato a livello mondiale. In tale direzione, con il Gruppo di Ricerca Strategia dell’Università di Verona, già dallo scorso anno, ha avviato la realizzazione di tre Report annuali sulle dinamiche della Gold Industry, il primo dei quali è stato presentato lo scorso 14 maggio. Nell’analisi della domanda di gioielleria in oro nel 2011 (a quantità, in tonnellate), al di là dei tre paesi leader, che assorbono oltre il 60% della produzione, ossia India (28,9%), Cina (26,1%) e Usa (5,9%), il restante 40% è distribuito su moltissime entità e l’Italia, il cui peso è valutato nel 1,5%, ha perso lo 0,2% rispetto al 2010. Il nostro Paese, considerando come base il 2008, nei successivi tre anni ha diminuito la propria domanda da ridurre la su incidenza sul mercato globale del 12,6%. Considerata l’importanza del polo manifatturiero italiano nel settore, di estremo interesse risulta la performance in termini d’esportazioni. La crisi della domanda interna ha portato a un 2010 estremamente positivo (+22% a quantità e +26,9% a valore); un trend seguito, solo a valore (+10,5%) nel 2011, con volumi ridotti, oltre confine, del 14%. Chiaro che, un simile dato è influenzato dal prezzo dell'oro, cresciuto eccezionalmente nel 2011 (record storico di 1.895 dollari/oncia) per poi scendere fino a 1.531 alla fine dell’anno. I mercati di riferimento per le aziende italiane, a valore, continuano a essere gli Emirati Arabi e gli Usa, con la Cina in straordinaria ascesa (+41,7%).

Come accennato il mercato "di casa" è in costante e preoccupante tendenza negativa, avendo perso, nel periodo 2008-2011, il 16,3% soprattutto per l’ aumento dei prezzi e la ridotta capacità d’acquisto della classe media.

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