Federico Casabella
«Juventus in B e Genoa in A». Il presidente Enrico Preziosi va a ruota libera, ieri, al «Signorini» di Pegli. Pronto, il patron del Grifone, a chiedere il declassamento della Vecchia Signora: «Bisogna applicare la legge per tutti, come è successo in passato - ha spiegato -. Penso a Lazio e Milan. Se ciò che è emerso corrispondesse alla verità, non cè dubbio: la Juve deve retrocedere».
C'è la sensazione che il Genoa sia stato un capro espiatorio per dimostrare che il calcio italiano era pronto a punire chiunque sbagliasse. La società di Preziosi la scorsa estate sembrava essere una mela marcia in un sistema completamente pulito. E Preziosi incalza: «Il processo sommario subito lo scorso anno dal Genoa è stato qualcosa di vergognoso ed improvvisato a cui si dovrebbe rimediare ripescando immediatamente la nostra squadra in serie A».
Preziosi ha anche proposto di rifondare il calcio bloccando i campionati: «Bisogna slittare la partenza della prossima stagione di 3 mesi per ripulire il calcio - ha commentato - Siamo in una situazione talmente caotica che non esistono altre soluzioni. Non servono tamponamenti temporanei che non permetterebbero di risanare l'ambiente. Va applicato il modello del baseball americano».
Sulla stessa lunghezza donda si è espresso ieri il senatore di Forza Italia Antonio Gentile, parlamentare napoletano nonché presidente del Napoli club parlamento: «Ha pagato il Genoa, devono pagare tutti». Il senatore ha chiesto che venga immediatamente istituita una commissione parlamentare d'inchiesta sullo scandalo che sta sconvolgendo i vertici della Federcalcio e la dimissionaria dirigenza juventina. Uno scenario sconvolgente che rischierebbe di portare ad una retrocessione a tavolino non solo la Juventus, ma anche altre squadre che gravitavano intorno alla Gea.
La levata di scudi in difesa della società rossoblu, dopo le ultime vicende, ieri si è alzata un po' in ogni parte d'Italia: non solo la politica ma anche il mondo dello spettacolo è sceso in campo in difesa del Grifone. Fiorello, ha commentato: «Con tutto questo casino non si può andare avanti. Il calcio deve riflettere: non si può pensare che per molto meno il Genoa abbia pagato con una retrocessione che, oggi, pare totalmente ingiusta».
Nell'ambito dell'inchiesta della procura di Roma sulla Gea, ieri è stato sentito anche l'ex ds del Genoa Angelo Fabiani, come persona informata dei fatti su un filone dell'inchiesta che lo riguarda in quanto ex dirigente del Messina. Fabiani era stato tirato in ballo da Franco Dal Cin riguardo ad un gruppo di arbitri e società legate alla Gea che orientavano i risultati di serie A. Dura la sua reazione all'uscita dell'interrogatorio: «Non si può dar credito a chi ha avuto cinque anni di squalifica», ha detto con riferimento a Dal Cin la cui penalità, peraltro, arrivò proprio in seguito all'accomodamento di Genoa-Venezia.
Ma proprio nella giornata di ieri, Preziosi è riuscito anche a far pace con un arbitro. Carlo Bolognino, aveva querelato Preziosi dopo un Roma-Como del 6 novembre 2002 per alcuni giudizi lesivi che l'allora presidente dei lariani aveva rilasciato sull'arbitraggio della gara. L'arbitro ha rimesso la querela dopo che Preziosi ha versato un risarcimento che il legale di Bolognino ha definito «poco più che simbolico».
Ieri a Milano, al vertice di Lega ha partecipato anche il presidente della Sampdoria Riccardo Garrone che ancora una volta ha lanciato i suoi strali contro il sistema calcio: «Non pensavo si potesse arrivare a tanto - ha detto - Sono esterefatto e sconvolto da tutta questa vicenda, come tutti gli appassionati di calcio: speriamo che il calcio si rifondi e che i colpevoli paghino».
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