Prezzi popolari, 5.80 euro la singola entrata come alla Sciorba, e abbonamenti per dieci ingressi da 50 a 60 euro per le quattro piscine. Tessera gold, da 950 euro all'anno, senza piscine, ma con hammam, centro massaggi, sauna, idromassaggio, vasca kneipp, yoga in piscina, per il centro benessere. Sdraio e ombrelloni, con abbonamenti estivi ancora da definire, ma che rimarranno tra i mille e i duemila euro, per chi rinuncia alla spiaggia e preferisce le piscine all'aperto a due passi dal Lido di Albaro.
Lo stile razionalista dell'epoca fascista ha ancora il suo fascino. Quei ripidi gradini furono saliti nell'ottobre 1935 dal re d'Italia Vittorio Emanuele III che inaugurò i 25mila metri quadrati dell'impianto sportivo. Il primo e il più bello d'Europa. Nel giugno 1941, poi, furono aperte pure le vasche esterne. L'architetto Vietti allestì due padiglioni che richiamavano i ponti dei più grandi transatlantici italiani, il Rex e il Conte di Savoia.
Alle 17 di ieri si è inaugurato, dopo sedici anni di abbandono e 15 milioni di euro investiti con un project financing in uno scrupoloso restauro conservativo, lo storico stadio del nuoto italiano. Stavolta il primato non è europeo, ma, almeno, è tricolore. La struttura natatoria è infatti la seconda più grande del territorio nazionale dopo quella del Foro Italico a Roma. E Genova diventa quindi vicecapitale del nuoto italiano. A tagliare il nastro inaugurale è stato il sindaco Marta Vincenzi insieme agli assessori allo sport Anton Giulio Torti, per la provincia, e Margherita Bozano, per la regione. Insieme a loro il presidente della società Stadio di Albaro spa Alessandro Ghibellini e l'amministratore delegato Luciana Arcangeli, con il presidente della Piscine di Albaro srl, Filippo Tassara, che gestisce l'impianto.
È stato ricordato come, dal dopoguerra, dopo i campioni delle'era fascista, sulle pedane dei tuffi e lungo le corsie delle vasche, si siano alternati campioni di calibro internazionale. L'impianto fu chiuso nel 1992 per ragioni di sicurezza . In tutti questi anni ci provarono in tanti a consorziarsi per riaprire il gioiellino di Albaro. Alla fine ci riuscì nel 2001 la società Stadio di Albaro spa cui venne affidata nell'ottobre 2001 la concessione comunale per la progettazione, realizzazione e gestione dell'impianto sportivo. I soci sono Società sportiva Sturla, Società ginnastica Andrea Doria, imprese Tecnoedile, Unieco, Abitccopliguria, Manutenzioni e impianti, Quadrifoglio, Cae Amga Energia, Consorzio di partecipazione cooperativo. La durata della concessione per lo stadio del nuoto, è di 30 anni. I gestori stimano un costo di circa un milione e duecentomila euro all'anno.
L'impianto sportivo sarà fruibile al pubblico tutti i giorni dell'anno. Si potrà pattinare gratuitamente nell'anello intorno alle tre piscine esterne che, durante la stagione invernale, saranno coperte da una tensostruttura. Negozi, bar e ristorante completano il contorno dello stadio del nuoto, mentre sono state recuperate aree a verde e verrà realizzato l'autosilo sotto piazza Dunant con 120 posti auto su due piani.
Il consigliere Udc della circoscrizione Medio-Levante Maurizio Casalegno ringrazia per il lavoro svolto, ma allo stesso tempo fa rilevare che oggi «il degrado e il disinteresse regna sugli impianti e si parla di smantellamenti per far posto a rimesse di autobus, isole ecologiche o posteggi. In particolare lo Stadio Carlini versa in condizioni drammatiche e la giunta Vincenzi non se ne occupa, vedendo solo il mondo dello sport come costo e non come risorsa».
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