Il problema della Samp ha un nome: Beppe Iachini

Sampdoria. A 11 tappe dal traguardo, 33 punti in palio, meno male che c'è il Sassuolo: l'assoluta garanzia che si giochino i play-off. Dice: ci manca il rigore del portiere neroverde Pomini che sciaguratamente travolse Pellè; ce lo avessero accordato saremmo a 2 punti dal 6° posto. Se poi ci avessero concesso il rigore dell'ascolano Tomi su Eder saremmo già alla pari con il Varese. Fulvio Bernardini, maestro di calcio e di vita, mi insegnò: «Prima di tutto guàrdati dentro». Arbitrare è la cosa più difficile del calcio professionistico, molto più difficile che giocare e allenare; e gli arbitri sbagliano molto meno dei giocatori e degli allenatori. Per favore, con gli arbitri piantiamola lì. A prescindere dal forte sospetto che Eder ci abbia marciato e dall'incertezza preventiva che il rigore venga trasformato, se il Sassuolo avesse perso sia contro la Samp sia contro l'Albinoleffe (a 20' dalla fine stava sotto di 2 gol) e fosse entrato in crisi nera, altro che battere l'Ascoli: addio play-off. Vi ricordo il regolamento: se a fine campionato il distacco tra la terza e la quarta fosse di 10 punti, scatterebbe la promozione diretta della terza e i play off verrebbero cancellati. Beh, a questo punto, col Padova in crisi e il Varese lontanissimo dal Verona, proprio e soltanto il Sassuolo è la garanzia (pro Sampdoria e dintorni) che l'agognata ordalia possa effettuarsi.
I problemi, credete, sono altri. Il primo è Iachini (12 gol fatti in 16 partite dirette, 0,75 la miserevole media-gara), che colpevolmente insiste a ordinare a Foggia - valida ala pura da 4-4-2, da 4-3-3 o da 3-4-3 - di spendersi vanamente da rifinitore centrale in assenza di Don Juan: una bestemmia tattica.

Tant'è che, quando il disperato Ascoli si è visto crudelmente costretto a giocare gli ultimi 44' (un'infinità) in inferiorità numerica, che ha fatto Iachini? Invece di allargare finalmente Foggia sulla fascia sinistra (con Eder o il (...)