Il professore di matematica? È laureato in veterinaria

L’allarme del Ministero: «Rimandiamo i docenti all’università»

da Milano

I nostri ragazzini, quelli che frequentano le scuole medie sono, diciamocelo, delle schiappe in matematica. I genitori non siano indignati per questo, ma i dati Ocse-Pisa (che considerano 65 paesi e regioni) parlano chiaro. L’Italia è nelle retrovie e si piazza al 43º posto. Solo il Friuli-Venezia Giulia e la città di Trento si posizionano nella zona alta della classifica, rispettivamente al sedicesimo e diciottesimo posto. L’Emilia invece si ferma al 28º posto, il Piemonte al 29º, la Lombardia al 33º, la Liguria al 39º. Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, le regioni peggiori.
Il quadro è desolante e c’è da rimboccarsi le maniche e recuperare il tempo perso. L’ormai ex ministro dell’Istruzione Fioroni aveva messo in piedi pure una commissione di esperti per capire il perché di questa carenza cronica. Ora, anche se orfani di ministro, i tecnici ministeriali hanno capito che i ragazzini non studiano la matematica perché non ci sono professori di matematica che gliela insegnano. O meglio, quelli sulla piazza sono un drappello sparuto e di età piuttosto avanzata. Dei 28mila insegnanti delle scuole medie primarie, solo 9mila hanno meno di 50 anni e solo il 19% di loro può esibire una laurea in matematica.
Il resto della categoria è variegata e persino folcloristica. Ci sono ingegneri, chimici, astronomi. Abbondano i biologi, i laureati in scienze naturali. Ma c’è chi si presenta agli allievi con un curriculum che non si sposa molto con i conti. Come i veterinari, oppure i farmacisti e ancora i dottori in scienze forestali. Un elenco che ha fatto sobbalzare molti componenti della commissione, soprattutto i matematici che mettono al primo posto i contenuti. «Una preparazione seria deve partire dalle medie inferiori – spiega Mario Girardi, coordinatore del comitato scientifico – altrimenti i ragazzi arrivano all’università pensando di conoscere la materia. E così tra il primo e il secondo anno l’abbandono alla facoltà di matematica arriva al 50%. Insomma, molti si iscrivono senza sapere a che cosa vanno incontro». Ma i pedagogisti contestano questa visione pragmatica, privilegiando il metodo ai contenuti.
Mentre in commissione si litiga sul da farsi, al ministero sfoderano le cifre che riportiamo qui accanto. E chiedono a voce alta di correre ai ripari. Anzi di ricorrere agli esami di riparazione. Per i professori. «Servono interventi di aggiornamento – spiega Mario Dutto, direttore generale per l’ordinamento scolastico del ministero –: i docenti devono rifrequentare l’università, seguire corsi brevi ma intensivi e modulari».
Non la pensano così i docenti senza una laurea in matematica. «Sono una biologa ma da trent’anni insegno matematica con un discreto successo» premette Clotilde La Gala, 53 anni, docente in una scuola media. «I ragazzini sono spesso pigri ma interessati alla materia, purché sia presentata in modo accattivante». E qui scatta la nota dolente dell’aggiornamento. «Certo, ammette La Gala – noi insegnanti dobbiamo precedere i ragazzi e conoscere, per esempio, le potenzialità del computer che loro sanno usare in modo disinvolto. Con questo strumento si possono fare giochi matematici creativi e stimolanti». La docente ritiene che la tradizione mal si concilia con l’apprendimento dei ragazzi moderni.

«Per avere voglia di risolverli, i problemi si devono vivere - spiega - dunque la matematica non deve essere legata al compitino ma alla realtà. Non ci sono solo regole e applicazioni, la matematica è astrazione, è filosofia, addirittura poesia».

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