Caro Massimiliano, il giorno delle dimissioni di Berlusconi, ho pianto. Mi sembrava ingiusto che, dopo 17 anni sempre in prima linea, questuomo dovesse finire così male. Poi il giorno dopo, con le pagine del Giornale, mi sono rincuorata e lottimismo è tornato. E, se appena riesco, sarò volentierissimo alla vostra manifestazione di venerdì prossimo.
I banchieri cercheranno di governare con il loro rigore (favole: i loro stipendi ci costano un botto!) ed il grigiore dei loro visi e dei loro abiti ma, se riusciranno nell'intento di condannare gli Italiani ai lavori forzati, è ancora tutto da vedere. Il Berlusconismo non è stata uninvenzione del Cavaliere, egli ha semplicemente saputo cogliere lessenza del popolo italiano, che è per natura solare, ottimista, creativo, fantasioso, a volte un po caciarone, ma pur sempre positivo. Queste caratteristiche cerano, ma nessuno prima le aveva sapute riconoscere e valorizzare, mai prima del '94 il cittadino comune era stato protagonista della vita politica del nostro paese, ed ecco che oggi non si può più tornare indietro. Quando il processo di rinnovamento inizia, poi non si ferma più, può magari subire dei rallentamenti, ma quando riparte recupera il tempo perduto. Ecco perché il governo Monti deve fare presto a levare le tende, perché questi uomini nobili non hanno niente a che spartire con l'uomo della strada.
Come possono imporre i sacrifici a chi già ne fa tanti, quando a loro non è mai mancato nulla? Saranno anche professori, ma sono anche tutti un po sbilanciati a sinistra e questo già mi piace poco.
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