Protagonisti e interpreti di tutte le epoche

La storia, prima di essere storia, è stata cronaca. E dunque i suoi protagonisti, prima di essere «uomini che hanno fatto la storia», sono stati protagonisti di semplici «fatti». Certo, alcuni, come Giulio Cesare, giorno dopo giorno sapevano di superare il confini del presente per ripresentarsi (anche se un po’ deformati) nel futuro. E altri, come Brunetto Latini o Dante Alighieri (che Bunetto collocò fra i sodomiti), perché tante energie fisiche e intellettuali avrebbero profuso nella loro opera, se non immaginando, all’orizzonte, la gloria? Il gioco dispiegato da Siegmund Ginzberg nel suo Risse da stadio nella Bisanzio di Giustiniano consiste proprio nel saltabeccare fra storia e cronaca, fra cultura e resoconto diaristico, anche utilizzando i titoli dei capitoli come carte di un’identità ipotetica («Cicero pro mafia sua», «De bello in Iraq», «Tesoretto di governo», «Chiare, fresche e dolci tasse»...).

Così, per esempio, spunta Henry Ford, il magnate statunitense dell’auto, elogiato da Hitler in Mein Kampf, mentre il parallelismo fra guerra in Gallia e guerra in Irak conduce l’autore a vedere nella primula rossa Bin Laden una specie «reincarnazione» di Ambiorige, il principe della Gallia Belgica che si oppose a Giulio Cesare.

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