«Nessuna difesa autoreferenziale, come dice l'opposizione, ma rivendicazione alle Province di un ruolo riconosciuto dalla storia a un ente oggi più che mai necessario in grado di rispondere concretamente anche ai nuovi bisogni che emergono dal territorio». È intervenuto così ieri in consiglio provinciale il presidente della giunta Alessandro Repetto che ha votato il documento di sostegno del ruolo dell'ente insieme alla maggioranza di centrosinistra, compreso Lega Nord e Lorenzo Zito di Forza Italia. Tutti in aula a discutere su questo delicatissimo tema. Ci mancherebbe. Così come sul secondo argomento all'ordine del giorno. Quello sull'approvazione del programma degli incarichi per il 2009. Peccato, poi, che su argomenti più concreti, che riguardano da vicino i genovesi, tutti se ne siano andati a casa per mancanza del numero legale. Il terzo punto in discussione, quello sulla gronda autostradale, infatti, ha scatenato prima un putiferio e poi l'abbandono delle poltroncine da parte di molti consiglieri. La prima volta, quando è stato chiesto al presidente del consiglio Agostino Barisione, di fare la conta, ci si è andati vicino. In aula c'erano venti consiglieri. La seconda, poco meno di mezz'ora dopo, ce n'erano 15. Sospensione di cinque minuti. Riconta. Alle 18,32 risultavano in aula soltanto 16 consiglieri e il povero Barisione non ha potuto fare altro che sospendere e rinviare tutto a mercoledì prossimo.
«La mozione in merito alla realizzazione del nodo autostradale genovese - attacca Repetto - era stata presentata dal centrodestra. È assurdo che proprio l'opposizione abbia per tre volte abbandonato l'aula mentre si stava relazionando su un tema così importante. Pure il firmatario, il capogruppo di Forza Italia Bianchini, ha abbandonato la seduta. Assurdo. I consiglieri di maggioranza sono stati al loro posto e seguivano con attenzione la discussione. Tanto che sono intervenuto anche io e ho avanzato alcune proposte ribadendo che occorre fare attenzione sia all'impatto ambientale, sia a quello sociale».
«Non è vero che i consiglieri di maggioranza stavano a ascoltarci in aula - replica Paolo Bianchini - Non volevo mica parlare alle seggiole.
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