Provocazione Ora la sinistra sogna il partito del Centro Italia

E ti pareva, che non venisse fuori pure la questione centrale. Centrale intesa come centro. Centro inteso non come Udc, ma come posizione geografica. Nord e Sud si contendono la palma indipendentista, la Lega che parla solo dialetto e se non ci capite tornatevene sotto il Po, l’Mpa che risponde col detto siciliano «Cu joca sulu vinci» e s’appresta appunto a giocar da solo con un partito sudista. E il Centro? Non possiamo restare «schiacciati» qui in mezzo, tocca rivendicare qualcosa, dicono, siamo o non siamo «la cerniera che tiene unita questa nazione?».
Ecco, e allora rivendichiamolo questo ruolo di cintura fra il cappello e il tacco, avverte il presidente della Provincia di Pesaro Matteo Ricci. E che importa se qui siamo in casa Pd e il Pd alla storia dei regionalismi crede così poco da aver boicottato le spinte autonomiste dei suoi da Torino a Venezia. Ricci chiama a raccolta gli amministratori «di ogni colore di Emilia Romagna, Marche, Toscana, Umbria e Lazio per progettare insieme questo importante pezzo d’Italia», naturalmente aprendo «un tavolo di confronto con il Governo». Su che? Il federalismo se l’è già accaparrato il Settentrione, ma va bene anche qui. I fondi europei sono un cavallo di battaglia del Meridione, ma parliamone. E poi bisogna pur sempre «uscire insieme dalla crisi».

Su tutto, però, urge battaglia per progettare il coast to coast Adriatico-Tirreno, con il passante Fano-Grosseto. Lo slogan del partito del centro è già pronto: fra la via Emilia e il West, come cantava Francesco Guccini.

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