Prysmian prepara la maxi-fusione con l’olandese Draka

Prysmian è in trattative con l’olandese Draka, obiettivo una maxi-fusione transfrontaliera. Il mercato ha apprezzato l’operazione, presentata come amichevole e come un’opportunità di crescita per entrambi i gruppi: sia Piazza Affari che Amsterdam hanno premiato i titoli con un balzo rispettivamente dell’8,27% a 10,6 euro e del 21,6% a 9,73 euro.
Dalle nozze fra la ex Pirelli Cavi, secondo gruppo al mondo del settore, e la società olandese, che per dimensioni è ottava a livello mondiale, nascerebbe un colosso da quasi otto miliardi di euro di fatturato che strapperebbe alla francese Nexans il primato nei cavi e sistemi ad alta tecnologia per l’energia e le telecomunicazioni.
Le discussioni però sono ancora in fase preliminare e il prossimo passaggio sarà la convocazione dei rispettivi consigli d’amministrazione, probabilmente entro fine luglio. Allo studio, come hanno annunciato in una nota le due società, è una fusione per incorporazione di Draka in Prysmian, carta contro carta e basata sulle rispettive capitalizzazioni di mercato.
Ai prezzi della chiusura di ieri il gruppo milanese, dopo il recupero dai minimi di inizio marzo scorso che ha portato quasi ad un raddoppio delle quotazioni, capitalizza 1,9 miliardi di euro, a fronte dei 440 milioni circa di Draka.
«Unendo i due gruppi, il management potrebbe raggiungere sia sinergie di ricavi sia, ancora più rilevanti, di costi», dice in una nota Citigroup che considera un livello di 100 milioni di euro come un «target ragionevole» di sinergie di costi. «La fusione potrebbe anche trasformare Prysmian in una public company dove nessun azionista possiede oltre il 30%», aggiunge il broker: attualmente il socio di riferimento è Goldman Sachs (al 31%) e il 90% del fatturato viene realizzato fuori dal nostro Paese. La guida del gruppo dovrebbe però rimanere italiana e il quartier generale a Milano.
Per gli analisti di Mediobanca l’operazione sarebbe migliorativa: «Buona la tempistica, buona la valutazione e buona la logica industriale», ricorda la banca che conferma il giudizio «outperform» con un target price di 12 euro.

Il nuovo gruppo, secondo i calcoli degli esperti di Piazzetta Cuccia, porterebbe in dote 900 milioni di euro di debito e 500 milioni di margine operativo lordo: non ci sarebbe bisogno di rinegoziare le linee di credito non essendo coinvolto uno scambio cash e soprattutto resterebbe nei limiti il rapporto tra debito e margine operativo lordo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica