Gli psicologi nelle scuole guida: «Caccia a chi rischia al volante»

A Milano ogni anno cento persone perdono la vita in incidenti stradali. In pratica, una vittima ogni tre giorni. Una tragedia che gli psicologi lombardi vogliono cercare di arginare proponendo «lo psicologo del traffico». Un esperto che nelle scuole guida valuti l’idoneità degli aspiranti automobilisti e riabiliti o ne attesti la riabilitazione di chi deve riconquistare la patente. Un professionista in grado di non far concedere la patente nonostante il superamento dei test. «Perché lo psicologo del traffico - spiega Giovanni Battista Tiengo, membro della Commissione traffico del Cnel - è in grado di individuare quei soggetti che con un certo comportamento e una determinata percezione del rischio sono portati a provocare incidenti».
Automobilisti pericolosi che potrebbero ottenere la patente solo dopo aver seguito tecniche abilitative. Ma lo psicologo del traffico non è una figura nuova in Italia, esiste già nella provincia autonoma di Bolzano, dove viene rispettato quanto già previsto dal 1993 dall’articolo 119 comma 2 del Codice stradale che prevede la presenza di questi specialisti nelle commissioni per la patente. Un esperimento che verrà illustrato domani nel convegno organizzato alla Statale dall’Ordine degli psicologi della Lombardia, ma che per ora non fornisce dati scientifici in grado di valutare l’impatto degli psicologi nella prevenzione e nella limitazione degli incidenti stradali. All’estero ci credono, tanto che in diversi Paesi europei è stato attivato il «Driver improvement» che consiste in un programma di riabilitazione degli automobilisti colti alla guida in flagrante stato di ebbrezza. E dell’efficacia preventiva anti-incidenti è convinto Enrico Molinari, presidente dell’Ordine degli psicologi della Lombardia.

«Vogliamo - dichiara - togliere a Bolzano il primato d’aver fatto scendere in strada lo psicologo del traffico, e collaborare con gli enti locali per far sì che il sistema della mobilità sia all’altezza dell’evento Expo».

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