Puglia, Divella accusa il Pd: «Tradito sulle candidature»

Il re della pasta pronto a passare al centrodestra

da Bari

«È un’infamia, mi hanno tradito, hanno preferito candidare in Puglia un assessore comunale al Bilancio e il segretario di Franceschini». Vincenzo Divella, re della pasta e presidente della Provincia di Bari eletto in una lista di centrosinistra, è uno che non le manda a dire e così non usa mezzi termini neanche questa volta, puntando l’indice con decisione contro il Partito democratico. Al punto che la crisi è ormai dietro l’angolo e appare sempre più probabile il passaggio dall’altra parte della barricata politica: la prossima mossa potrebbe essere infatti l’adesione al Popolo della libertà, che ha già tra le sue fila il cugino Francesco Divella, o più probabilmente al Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo. Fatto sta che il presidente della Provincia ha annunciato importanti comunicazioni per martedì, una giornata cruciale che potrebbe cambiare lo scacchiere pugliese delle coalizioni con effetti rilevanti anche sulla ribalta nazionale.
L’ira di Divella nasce da lontano. Il presidente della Provincia, che pure si lanciò con entusiasmo nella nuova avventura, si sente trascurato, per non dire emarginato. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il gran rifiuto del Pd alla candidatura di un suo fedelissimo, il cognato Rocco Pignataro, parlamentare uscente eletto nell’Udeur, passato alla storia della XV legislatura per essere stato il primo a entrare fisicamente a Montecitorio. Adesso, dopo che il partito di Mastella s’è dissolto, la riconferma è diventata un autentico miraggio. Eppure Divella, che aveva consentito al centrosinistra di conquistare la Provincia dando vita successivamente a un movimento tutto suo battezzato «La primavera pugliese», si aspettava di essere preso in considerazione almeno per un nome. Ma così non è stato, nessuno ne vuole sapere di candidare Pignataro. Uno sgarbo che ha mandato il presidente su tutte le furie. «È un medico, è un parlamentare uscente, ma gli preferiscono gente come l’assessore comunale al Bilancio, Cinzia Capano, inserita al sesto posto per la Camera, e Alberto Losacco, segretario di Dario Franceschini», ha dichiarato. E con il passare dei giorni, la questione è diventata un vero e proprio caso. A nulla è valso il tentativo del segretario regionale del Pd, nonché sindaco di Bari, Michele Emiliano, il quale ha tentato una mediazione per convincere il presidente della Provincia a ripensarci o almeno a fare rotta su Pezzotta pur di non regalare al centrodestra un tassello importante. Ma ormai sembra troppo tardi, salvo ripensamenti dell’ultima ora sulle candidature. E così martedì potrebbe essere il giorno decisivo.

Per la verità il rapporto di Divella con il centrosinistra è sempre stato tutt’altro che sereno; al contrario si è rivelato piuttosto travagliato e scandito da una lunga serie di bocconi amari che l’imprenditore è stato costretto a digerire, sgarbi legati in particolare alle nomine di enti di rilievo a cominciare dalla Camera di commercio. Del resto, il presidente della Provincia ha più volte contestato Emiliano nel merito e anche del metodo, rinfacciandogli modi da padre padrone.

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