Fabrizio Graffione
da Genova
«L’autista guidava come un pazzo. Andava forte per quella maledetta stradina dell’isola. Era ubriaco. Gli avevamo urlato di andare piano, ma lui niente. Alla fine ha scontrato un muretto, non una vettura o un altro pullman, ci siamo rovesciati su un fianco. Un incubo. L’impatto è stato tremendo. Dopo la botta siamo scivolati per diversi metri lungo la carreggiata. In cinque sono morti. Gli altri, una quarantina, sono rimasti tutti feriti. Un bimbo è grave, un altro è in condizioni disperate, così come una donna ancora ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Funchal. Quel matto lo hanno arrestato».
A parlare sono i sopravvissuti del tragico incidente di ieri a Madeira, isola atlantica del Portogallo. Erano partiti da Savona lo scorso 17 dicembre sulla Costa Classica. In gran parte provenienti dalle città del Nord. Una crociera come tante. Sognata tutto l’anno. Viziati e coccolati a bordo cercando caldo e sole per Barcellona, Casablanca, Tenerife fino a Funchal, lo scalo principale dell’isola portoghese. E quindi il ritorno, dopo dieci giorni di vacanza, via Malaga, a Savona. Il viaggio di Natale, per 51 italiani, si è però trasformato in tragedia. Oltre ai cinque morti il bilancio in serata sale da 15 a 43 feriti.
Sono da poco passate le due di un pomeriggio pieno di sole. Le 15 ieri in Italia. Il gruppo di croceristi ha lasciato da poche ore le cabine dopo la colazione a bordo e sono quindi saliti su un pullman diretti a Sao Vicente, nella costa settentrionale di Madeira, attraverso quella strada piena di tornanti che taglia in due l’isola. Il mezzo è della società Ferraz che dal 1963 serve la Costa Crociere. Così come gli altri due autobus dove hanno preso posto un secondo e terzo gruppo di cento turisti. L’itinerario è lo stesso per tutti. A metà escursione il pranzo e le fotografie di rito, scattate su quel panorama mozzafiato. Un caffè e il ritorno a bordo.
«Era ubriaco - spiega Angelo Poma, 52 anni, di Bergamo, che viaggiava sull’autobus della morte con la moglie e i figli - dopo avere pranzato, quel matto è partito a razzo e viaggiava almeno a 70-80 chilometri all’ora in una strada piena di curve. Noi abbiamo provato a dirgli di rallentare, ma non c’è stato nulla da fare».
Sono passati alcuni minuti. Il pullman è a qualche chilometro dal ristorantino sulla costa. I passeggeri sono nervosi. L’autista schiaccia l’acceleratore. Troppo. Poco prima delle 14.30 gli altri autobus vengono seminati dal mezzo in testa con l’autista ubriaco. A un certo punto, prima di affrontare l’ultima curva per immettersi su una rotonda, improvvisamente urta il muretto a lato della strada. L’alta velocità fa il resto. Il mezzo sbanda. Si capovolge su un lato. Scivola per diversi metri. Un urto tremendo. La carrozzeria si accartoccia. All’interno è tutto un groviglio di lamiere. I sedili si trasformano in bare per cinque turisti italiani. I due bimbi a bordo non si muovono. Anche una donna sembra morta. Gli altri quaranta sono tutti feriti, una quindicina in maniera non molto grave, ma dovranno fare ricorso alle cure dei sanitari in ospedale. Per 25 bastano i primi soccorsi arrivati con decine di ambulanze, ma per precauzione anche loro saranno ricoverati all’ospedale di Funchal. Ci vogliono i vigili del fuoco per tagliare quelle maledette lamiere. Finalmente si apre il varco e vengono estratti i corpi. Per i feriti gravissimi si sceglie il ricovero in rianimazione con le prime ambulanze che partono a tutta velocità.
«Quell’autista ci ha superati e ha schiacciato subito a tavoletta - racconta ancora Morini, che stava sul secondo autobus - dopo un paio di curve non lo abbiamo più visto. Quando l’abbiamo raggiunto il mezzo era piegato su un fianco, un groviglio di lamiere».
Sulla Costa Classica, che sarebbe dovuta ripartire alle 17 ora locale, rimangono gli altri 1.600 passeggeri. La Farnesina ha attivato i numeri 06.36912812, 06.36912814, 06.36912816, per i famigliari dei turisti italiani.
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