Quando il gentil sesso cambiò il volto allo sport «dei maschi»

Sport, moda e stile. I centocinquant'anni dell'Unità d'Italia hanno mobilitato energie intellettuali che hanno consentito di valoririzzare alcuni aspetti della vita sociale del nostro Paese, come ad esempio lo sport al femminile a partire dalle giocatrici di tennis, nuotatrici, cavallerizze, sciatrici, atleti, giocatrici di scherma, pattinatrici, scalatrici, ginnaste, giocatrici di basket, pallone, ballerine, cacciatrici, donne pilota, cicliste, tiratrici d'arco eccetera. Il libro «Sport e stile. 150 anni d'immagine al femminile» edito da Skira e curato da Maria Canella, Sergio Giuntini e Marco Turinetto restituisce l'evoluzione dell'immagine del corpo della donna nello stretto rapporto tra sport e moda, seguendo il mutare in parallelo degli stili di vita, della rappresentazione fisica e delle forme di percezione dell'identità femminile tra il XIX e XXI secolo. La ricerca condotta da un gruppo di studiosi dell'Università degli Studi edel Politecnico di Milano, ha permesso l'acquisizione di una ricca serie di documenti iconografici e fonti letterarie, nonchè la costruzione di un percorso che, con andamento cronologico spazia attraverso molteplici temi e differenti approcci critici: la storia, l'avvento dell'agonismo, i nuovi scenari sportivi, le discipline, la nascita del tempo libero, l'agonismo, i contesti di socialità, il turismo, la moda, l'emancipazione femminile, la caduta dei pregiudizi, la commercializzazione dell'immagine disinibita del corpo, la ricerca dei nuovi materiali sintetici, l'affermazione dello sport come soggetto del giornalismo, del cinema, della letteratura e dell'arte.
Sergio Giuntini studioso di storia dello sport e membro del consiglio direttivo della Società Italiana della Storia dello Sport con Maria Canella, docente di Storia della Moda dell'Università Statale e Marco Turinetto, ricercatore e docente di Design della Moda e ricercatore al Politecnico, hanno voluto coinvolgere la Gazzetta dello Sport con i suoi archivi, il Museo del Risorgimento, la Fondazione Cariplo, la Cannavò, la Ferrè, l'Associazione Biblioteca Tremelloni del tessile e il dipartimento Indaco del Politecnico di Milano con la Sovraintendenza Archivistica della Lombardia, la Camera di Commercio di Milano, il Ministero per i Beni Culturali, per realizzare ciò che in 150 anni le donne nello sport hanno mobilitato. Tante le storie e gli aneddoti che hanno fatto epoca. La milanese Lea Pericoli ancora prima di andare a Wimbledon nel 1965 introdusse in Italia il gonnellino bianco corto e l'abito a sbuffi aderente con mutandine corte a balze e gambe nude con scarpe da tennis e calzini corti bianchi e fascia in testa.

Le donne sciatrici sono sui manifesti pubblkiciari di Cervinia già nei primi anni Cinquanta e «Donna e sport» è diventato il manifesto pubblicitario del 150enario dell'Unità d'Italia, mentre scultori, pittori e fotografi fanno della donna sportiva una diva che si trasforma in mito, forza fisica e bellezza estetica.

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