Il quartiere dove i ciechi vedevano benissimo

NapoliIl «non vedente» parcheggia la propria fiammante auto con un abile manovra. Poi, il conducente, sui 30 anni, alto, capelli lunghi, giubbotto viola e jeans, esce dalla vettura di colore blu e aspetta, forse ha un appuntamento con una donna oppure un amico. Naturalmente, stiamo parlando di un falso portatore di handicap, un furbetto che si è finto cieco per poter incassare la pensione per invalidità. Il presunto truffatore però, non sa che qualcuno sta riprendendo tutti i suoi movimenti, con una telecamera nascosta. È la polizia giudiziaria, coordinata dal pm della Sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Procura di Napoli che, per tre mesi ha indagato, sequestrato carte, ascoltato testimoni, pedinato e videoripreso questi furbetti della pensione, che hanno inferto un altro durissimo colpo alle già dissestate casse dell'Inps, sistematicamente vittima di raggiri milionari.
All'alba di ieri, le manette sono scattate per 53 finti invalidi (altri 3 erano stati arrestati nei giorni precedenti). Gli indagati, hanno ricevuto una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, firmata dal gip presso il Tribunale. L'accusa è di truffa aggravata, falso in atto pubblico e contraffazione di pubblici sigilli. Il raggiro è andato avanti per tre anni, dal 2007 al 2009. Il danno patrimoniale ai danni dell'Inps è di un milione di euro. È curioso che, la maggior parte degli indagati, risieda al Pallonetto di Santa Lucia, a ridosso del lungomare, un tempo quartier generale del contrabbando di sigarette, il rione che, ironia della sorte, porta il nome della Santa Protettrice dei ciechi.
Dunque, il finto non vedente guidava l'auto ma, anche gli altri presunti falsi invalidi guidavano regolarmente la macchina o la moto, leggevano libri e giornali, guardavano la televisione e facevano tante altre cose, che un non vedente non potrebbe fare. Nessun accompagnatore, quindi, niente bastone bianco o pastore tedesco, come normalmente avviene per chi ha la sfortuna di essere portatore di questo genere di handicap.
A far venire alla luce quest'ultimo vergognoso capitolo delle false invalidità è stato il Comune di Napoli. Lo scorso mese di settembre, un funzionario si accorse che una pratica era palesemente falsa: non perse tempo, raccolse le carte e si recò in Procura. Nel giro di pochi giorni, gli investigatori si resero conto che il giro truffaldino era ben più vasto. Allo stato, i contorni di questo scandalo non sono stati ancora delineati. La centrale organizzativa, le menti di questa associazione per delinquere non sono state ancora identificate dai pm.
La banda aveva pensato a tutto fin nei minimi particolari. Persino dettagli apparentemente insignificanti erano stati invece studiati attentamente. Le pupille sulle foto dei documenti di identità, ad esempio, erano state abilmente ritoccate, allo scopo di renderle simili a quelle dei veri non vedenti. Anche diversi stati di famiglia dei finti ciechi sarebbero stati modificati, infoltendoli di familiari, allo scopo di far lievitare l'assegno da intascare a fine mese. Il sistema per accedere alla pensione era ben congegnato. Le erogazioni avvenivano a seguito della presentazione di un attestato di invalidità fasullo, recante falsi timbri e false firme di medici realmente addetti alle visite di accertamento. La documentazione cosi redatta, apparentemente legale, era poi inviata dalla Asl Napoli 1 (la più disastrata d'Italia, con alcuni miliardi di disavanzo) al Comune, addetti ad una serie di attività, che si concludeva con la emissione del riconoscimento dello stato di invalidità e della relativa pensione.

La Procura ha incontrato non poche difficoltà nel corso dell'indagine. Ad esempio, dagli uffici della prima Municipalità, la più importante della città, sarebbero spariti o addirittura, sarebbero stati distrutti, documenti utili alle indagini.

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