Quegli strani movimenti bancari in Italia
31 Luglio 2005 - 00:00Nel mirino una famiglia somala trapiantata a Roma, un sudanese e un eritreo: maneggiano una quantità impressionante di denaro e sarebbero legati a Bin Laden
da Roma
Dalla caccia alluomo alla caccia al tesoro nel Corno dAfrica. Per tenere in piedi la holding del terrore, occorrono soldi, tantissimi soldi. Limpero personale di Bin Laden stimato in 300 milioni di euro si ricollega a un ben più vasto e complicato polmone finanziario costituito da un reticolo di imprese, banche, società di investimenti, speculazioni in Borsa, miniere, gruppi immobiliari, ditte di import/export, trasporti, alimentari, editoria, assicurazioni, alberghi, compagnie petrolifere. Ed è su questo sistema di scatole cinesi che gli 007 europei stanno concentrando la loro attenzione per neutralizzare i «forzieri» del Principe del Male concentrati nello spicchio dAfrica da dove provengono gli aspiranti kamikaze del 21 luglio a Londra, e dove le cellule integraliste si riproducono senza sosta.
Fra Corano e insider trading, il sistema economico di Al Qaida che da anni attinge ai conti correnti delle organizzazioni umanitarie islamiche, anche nei risvolti italiani si appoggerebbe alle «hawala», ovvero a una serie di artifizi finanziari privi di documentazione cartacea che permettono allorganizzazione - attraverso una rete di prestadenaro - di spostare enormi quantità di dollari senza lasciare traccia o ricevute nei canali ufficiali del credito.
Approfonditi accertamenti dellintelligence americana e italiana hanno già portato a focalizzare lattenzione su due network bancari, Al Taqwa e Al-Barakaat, sospettati di fungere da ragionieri e da colletti bianchi della rete di Osama proprio utilizzando il sistema di riciclaggio attraverso le «hawala» su cui Al Qaida avrebbe imposto una significativa tangente.
Nel 2001 il colosso bancario mondiale Al Barakaat sospettato di legami con i terroristi di Al Ittad Al Islamya (Unità dellIslam) con ramificazioni in Toscana e collegamenti col centro islamico di viale Jenner a Milano, era finito sottinchiesta dopo la pubblicazione di una «black list» di sospetti finanziatori del terrorismo divulgata dalla Cia e dopo che George Bush aveva pubblicamente annunciato che Al Barakaat era «di proprietà di un amico e sostenitore del co-fondatore Osama Bin Laden», e cioè di Ahmed Nur Ali Jim Ale, che ha negato tutto, dallaver gestito i traffici di dollari falsi dal Pakistan allAfrica, allaver prestato servizio presso lambasciata somala a Roma nel 1980.
A margine di perquisizioni e interrogatori i vertici dellistituto serano affrettati a smentire legami con la «base» di Osama, spiegando che lo sportello italiano fungeva da raccoglitore delle rimesse dei cittadini somali che venivano smistate alla sede della Barakaat Bank di Dubai, e da qui depositate a Mogadiscio dove poi finivano per essere distribuite attraverso piccole agenzie locali. Adesso la storia si ripete. Gli agenti segreti rileggono con attenzione quelle carte sulla banca di Al Barakaat confrontandole con liperattivismo di quattro soggetti che fino allinizio di questanno maneggiavano una quantità impressionante di denaro su Roma: il sudanese-inglese di Khartoum A.I.K, 45 anni, il titolare di un Internet point eritreo già «attenzionato» dalle forze dellordine nel 2001, il sessantunenne somalo Y.M.O. residente al quartiere Africano-Salario di Roma e il connazionale A.O.M., detto il «professore» o lo «scienziato»: tutti e quattro sarebbero soliti pianificare le loro operazioni finanziarie e di mercato in un ristorante gestito da vecchi amici di Mogadiscio. «Dallesame di ulteriore documentazione - si legge nella nota - è emerso il nominativo di (...) coinvolto nei primi anni 90 nella realizzazione di campi daddestramento di Al Qaida in Somalia, in particolare nella zona commerciale del porto di Bosaso, più precisamente nella zona di Daddable, a quaranta chilometri dalla suddetta località».
Il personaggio a cui si fa riferimento nellincartamento - e di cui si omette il nome per motivi di esigenze investigative - farebbe parte di una nota famiglia somala trapiantata a Roma «sul conto del quale lautorità giudiziaria ha più volte indagato per il sospetto finanziamento a reti terroristiche riconducibili alla struttura del noto Osama Bin Laden».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.