Quel gol malandrino contro gli inglesi

da Roma

I musulmani hanno l’occhio di Allah? E noi cristiani abbiamo «la mano di Dio, che dà e che toglie, come ha dato e tolto a Maradona», dice Marco Risi a proposito del titolo del suo film, per il quale, in un primo momento, i produttori spagnoli avevano pensato a Bigas Lluna, regista iberico di chiara fama.
Per la verità, in un’intervista Maradona invocò l’arto divino, al fine di giustificare un suo salvifico gol contro la nazionale inglese. Si trattò di un colpo da maestro dei suoi, con la palla in bilico sulla testa e la mano malandrina ad «aiutarne» l’ingresso in porta. «Diego palleggia con tutto quello che è sferico: se a tavola ha un’arancia di fronte, si mette a palleggiare. Idem con le palle da biliardo», spiega Risi, che punta a un film che abbia, al suo interno «anche i trionfi calcistici, oltre alle ombre d’una vita straordinaria». Cresciuto nell’Argentinos Juniors, el pibe de oro fu acquistato dal Boca Juniors, poi dal Barcellona, nel 1982, per approdare al Napoli (1984), contribuendo alla conquista di due scudetti, una coppa Italia, una coppa Uefa e una Supercoppa.

È stato anche campione del mondo (Argentina, 1986) e, comunque, il nome di Maradona, a tutt’oggi ritenuto superiore a Pelé, è stato infangato dai guai con la droga, «divenuta, a un certo punto, la cosa più importante della sua vita», stando a Risi. «Un anno fa era quasi morto, ma ha saputo risalire la china: l’ha fatto per le sue figlie, che gli hanno chiesto di smettere con la cocaina», chiarisce il regista.

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