Roma - Il più caustico è Francesco Storace. «Se Berlusconi fosse stato sfiduciato o non avesse raggiunto l’asticella dei 316 voti, oggi assisteremmo ai caroselli automobilistici organizzati da Casini, Pomicino e Montezemolo. Siccome gli è andata male, dicono che non è successo nulla. Masticano amaro, gli è andata di traverso».
Si riferisce, il segretario de La Destra, alle sirene del Terzo Polo che per il voto di fiducia avrebbero usato tutte le loro armi seduttive. C’è chi giura che Luca Cordero di Montezemolo abbia fatto diverse telefonate, anche notturne, per convincere qualche amico della maggioranza a far cadere Silvio Berlusconi. E abbia anche usato dei «mediatori». Qualche chiamata sarebbe caduta nel vuoto, ma qualche altra no. Come per i due scajolani del Veneto, Giustina Destro e Fabio Gava, mentre sarebbe stata un flop il tentativo con Katia Polidori. Ma non sarebbero i soli assediati dalle truppe terzopoliste, che si preparano già per il prossimo voto di fiducia. Anche il «tradimento» di Luciano Sardelli di «Popolo e territorio», indotto dall’Udc, viene letto in questa chiave.
Per il segretario del Pdl Angelino Alfano la scelta di Gava e Destro è «un fatto molto grave» e il coordinatore veneto dice che l’espulsione è «cosa già acquisita», solo il vicepresidente del gruppo dei deputati Osvaldo Napoli ancora pensa ad un recupero.
La Destro, ex sindaco di Padova che sarebbe uno dei referenti veneti più rappresentativi di «Italia Futura», già annuncia che «intanto» si iscriverà al Gruppo Misto. Come Gava, altro deputato che sarebbe vicino a presidente della Ferrari e ora si definisce «molto corteggiato».
Quanto alla Polidori, le voci di inutili pressioni da Montezemolo sono così insistenti che il sito di «Italia Futura», si è sentito in dovere di smentirle, facendo gli auguri al la neo viceministro per lo Sviluppo Economico, «che non abbiamo il piacere di conoscere, ma che sarà senz’altro all’altezza del difficile compito che l’attende». L’editoriale parla di «fantasiosi retroscena che attribuiscono a questa Associazione e al suo Presidente, manovre per convincere deputati della maggioranza a votare contro il Governo» e assicura: «Trasformismi, alchimie partitiche e “campagne acquisti“ non appartengono alla nostra cultura».
Nel Pdl c’è anche chi nega che Montezemolo abbia avuto un peso sul voto di fiducia e anzi mette in guardia da interpretazioni che potrebbero favorirlo, attribuendogli un potere che in realtà non ha. «A volte - spiega il Pdl Enrico Costa - succede che qualche collega che ha votato la fiducia dica di aver avuto pressioni per darsi importanza». Anche Alfredo Mantovano assicura di aver parlato con almeno una trentina di deputati e di non aver avuto confidenze di questo genere.
Rimane il fatto che di Montezemolo si parla anche come di uno dei possibili referenti del mondo cattolico, le cui associazioni si preparano al Forum di Todi, lunedì, che lavora per un nuovo soggetto politico che superi i due poli.
Una prospettiva che sembra concreta anche al segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero.
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