Cronache

Quelle «Bestie di Satana» erano partite dalla riviera

Il rito iniziatico del gruppo e l’incontro con quello che definiscono «il diavolo» sarebbero avvenuti in un castello nei pressi di Ceriale

Quelle «Bestie di Satana» erano partite dalla riviera

Federico De Rossi

Ceriale. «Il rito iniziatico del gruppo lo abbiamo compiuto a Ceriale, nel castello. Era l’estate del 1996, eravamo in vacanza con le nostre famiglie quando incontrammo per la prima volta il diavolo...». È uno stralcio della deposizione fatta davanti al Tribunale di Bust’Arsizio lo scorso novembre 2004 da Mario Maccione, uno degli appartenenti alla cosiddetta setta delle «Bestie di Satana», anzi considerato una delle menti del gruppo, già condannato a 16 anni dal Tribunale dei Minori di Milano per gli omicidi di Fabio Tollis e Chiara Marino, avvenuti il 17 gennaio 1998 nei boschi di Somma Lombardo in Provincia di Varese.
A Ceriale e in Riviera la notizia arriva lunedì 8 novembre, quando l’edizione ligure di Repubblica titola «Ceriale, il Castello del demonio», con la foto del bastione della piazza centrale cittadina, che risale al 1564. La notizia rimbalza su altri organi della stampa locale, creando sconcerto e preoccupazione. Ci hanno pensato i Carabinieri e il Sindaco di Ceriale, Pietro Revetria, a precisare che si trattava non del bastione centrale cittadino, ma di un altro castello nell’entroterra, a Capo di Santo Spirito, tra le alture di Ceriale e Borghetto, luogo nel quale si sospetta che altri giovani si ritrovino per rituali a sfondo satanico. Infatti, il bastione cittadino è fin dai primi anni ’80 una struttura privata che ospita negozi e uffici; inoltre, in relazione alla consueta vigilanza notturna di Carabinieri e Polizia Municipale, risulta davvero impossibile che possano essere avvenuti riti simili nel castello della piazza centrale, in estate, con il pieno di turisti per le vie di Ceriale. E la conferma arriva anche dal fatto che non risultano tentativi di scasso agli ingressi del bastione durante tutta l’estate del 1996.
Nel Castello e nella Chiesa di Peagna, entrambe situate nel vicino entroterra, sembra però che qualche segnalazione sia arrivata, e che in paese più volte sia circolata la voce riguardo allo svolgimento di riti diabolici, soprattutto durante il periodo estivo, quando Ceriale, Borghetto e altre località della Riviera sono affollate di numerosi turisti del Bergamasco, del Bresciano e del Varesotto, esattamente come le famiglie degli allora giovanissimi ragazzi delle «Bestie di Satana», che tra il sole, il mare e l’atmosfera vacanziera del ponente ligure erano ancora inconsapevoli di quello che il «sangue del loro sangue» sarebbe stato capace di fare pochi anni dopo. Pronte le smentite delle forze dell’ordine della zona e del Sindaco in persona su queste presunte segnalazioni, così come un’altra smentita era giunta dallo stesso reparto operativo dei Carabinieri di Legnano, che non avevano menzionato Ceriale tra le località prese in considerazione dagli inquirenti in merito allo svolgimento di cerimoniali satanici, concentrando l’attenzione su cimiteri, santuari e monumenti sacri nelle zone tra Milano e Bust’Arsizio e lungo il tratto dell’autostrada dei laghi.
Ma le segnalazioni e le voci di paese restano, così come è presumibile che qualche accertamento e controllo, invece, le forse dell’ordine lo abbiano fatto, e come, sia nel Castello tra Ceriale e Borghetto che nella Chiesa di Peagna. Qualche altra verifica potrebbe arrivare da alcuni ragazzi di band heavy-metal della Riviera, che hanno incontrato più volte Maccione, Leoni, Volpe e gli altri membri della setta, tutti accomunati dalla stessa passione per la «musica metallara».
C’erano tutti, o quasi, in quella calda sera del luglio 1996, notte della prima riunione satanica del gruppo, forse per gioco, per noia, o forse convinti davvero che in quel Castello ci fosse una «entità positiva da stanare ed eliminare»: Paolo Leoni, detto «Ozzy», il capo carismatico del gruppo, Nicola Sapone, condannato a 30 anni come esecutore materiale degli omicidi Tollis-Marino, Marco Zampollo, Eros Monterosso e lo stesso Fabio Tollis.

Così Mario Maccione ha ricostruito il primo «appuntamento con il diavolo» della setta nell’antico borgo rivierasco, senza mai far apparire alcun tipo di commozione o pentimento per quanto accaduto.

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