«La nostra storia è indissolubilmente legata al nostro territorio. Viviamo in una terra, Andria, che ospita tre milioni di alberi di ulivo e 13mila ettari di uliveti. Non potevamo che produrre olio». È un destino segnato quello della famiglia Muraglia, da cinque generazioni a capo dell'omonimo frantoio. Diventato, oggi, uno dei baluardi del Made in Italy nel mondo. A raccontarla è Savino Muraglia, managing director dell'azienda. Dopo una vita passata lontano da casa per lavorare nella finanza, dieci anni fa è tornato in Puglia per trasformare questa realtà in un brand conosciuto in tutto il pianeta. Oggi il suo frantoio esporta in 45 Paesi, senza aver mai abbandonato la propria vocazione artigiana. «Essere artigiani non significa essere poco organizzati spiega -. Abbiamo sempre avuto un'attenzione ossessiva per la qualità e quindi abbiamo deciso di controllare ogni fase della produzione, in modo da poter intervenire se gli standard non ci soddisfano del tutto. Siamo coltivatori, produttori e imbottigliatori. Questo non ci impedisce di portare il nostro olio ovunque». E di trasformarlo in un prodotto esclusivo e di design.
Savino Muraglia è stato il primo ad avere avuto un'intuizione vincente: confezionare il suo olio in orci di ceramica variopinti che oggi rappresentano un marchio di fabbrica riconosciuto ovunque. «Sono realizzati a mano da artigiani che lavorano nella vicina Terlizzi racconta -. Si tratta di un packaging unico che, unito alla qualità dei nostri prodotti, ci permette di posizionarci in un segmento molto alto del mercato». E in effetti queste confezioni non si incontrano mai sugli scaffali dei supermercati, per acquistarle bisogna andare nelle gastronomie più esclusive del mondo o sul sito ufficiale. «Siamo partiti 150 anni fa, per molto tempo abbiamo prodotto olio di altissima qualità vendendolo ai marchi industriali prosegue -. Poi ci siamo resi conto che occorreva fare un passo in più, metterci la faccia. Così siamo passati dall'ingrosso alla vendita al dettaglio con il nostro brand. Da fornitori occulti siamo diventati un marchio di lusso. Oggi la vendita al dettaglio rappresenta il 70 per cento del nostro volume di affari, ma puntiamo al cento per cento».
COME UNA VOLTA
Nel frattempo i numeri sono in continua crescita: 300mila litri di olio prodotti ogni anno, quattro milioni di euro di fatturato, 26 dipendenti e una crescita annuale che supera il venti per cento. L'export assorbe il 60 per cento del business e arriva ovunque, presto anche in Azerbaijan. Tutto questo restando rigorosamente artigiani. «Le olive vengono ancora raccolte a mano nelle nostre terre che si trovano a circa 800 metri dal frantoio, senza l'ausilio di trattori, rimorchi e scuotitori per gli alberi va avanti Muraglia -. I frutti vengono conservati in grandi cassoni, per evitare uno stress che potrebbe accelerare il processo di fermentazione e quindi peggiorarne la qualità. Inoltre l'estrazione dell'olio avviene rigorosamente a freddo. Un altro elemento che ci differenzia dalla concorrenza è il processo di imbottigliamento. Noi non abbiamo un magazzino per stoccare le confezioni in attesa di venderle. Imbottigliamo giorno per giorno in base agli ordini che ci arrivano: questo garantisce un prodotto sempre freschissimo, anche se deve arrivare in Australia». Tutto questo naturalmente ha un costo molto elevato: il Frantoio Muraglia raccoglie il 30 per cento di olive in meno cioè solo quelle ritenute perfette e spende il 30 per cento in più rispetto ai concorrenti. «Ma abbiamo un target elevatissimo e una posizione molto alta nel mercato aggiunge -. Questo ci permette di essere economicamente sostenibili». E anche apprezzatissimi, come dimostrano i numerosi riconoscimenti fin qui ricevuti. Spiccano il Premio giovani imprese, conferito dalla Fondazione Altagamma nel 2016 e le Cinque gocce il punteggio massimo riconosciute dalla Fondazione italiana sommelier per nove volte consecutive, dal 2008 allo scorso anno. Sulla bacheca del Frantoio ci sono anche le Due olive concesse da Slow Food nel 2009 e 2011, il premio assegnato dalla guida Oli d'Italia dal Gambero Rosso, l'Oscar dell'olio assegnato dalla Fondazione italiana sommelier con Bibenda e il World's best olive olis 2017 ottenuto in occasione della New York international olive oil competition.
VISTA E PALATO
«Abbiamo avuto sempre un'attenzione ossessiva per la qualità prosegue -. Essere artigiani significa proprio questo, valorizzare al massimo le materie prime. Ecco perché per i nostri oli aromatici non abbiamo mai usato aromi sintetici, ma solo prodotti freschi che vengono lavorati insieme con le olive. Dai limoni Igp di Sorrento allo zenzero, sedano e peperoncino del territorio». Grazie a idee come queste il frantoio è riuscito ad affrontare la crisi senza subirla. «Abbiamo superato i momenti più difficili andando all'estero, questo ci ha permesso di crescere e di investire sempre conferma -. Siamo la prova che è possibile fare impresa in Italia, restando al Sud. E contribuendo anche allo sviluppo dell'indotto. Siamo stati i primi a trasformare l'olio in un prodotto di design immediatamente riconoscibile, i primi a inventare l'olio denocciolato e l'olio affumicato. Quello che a volte manca nel nostro Paese è la capacità di osare e innovare. Noi lo abbiamo sempre fatto».
Oggi le confezioni di ceramica arcobaleno campeggiano ovunque: da Peck e La Rinascente a Milano, ad Harrods a Londra, Dean & Deluca a New York, Kadewe in Germania, La Grand Epicerie a Parigi e nelle pizzerie gourmet internazionali come la francese Bijou di Gennaro Nasti. Oltre che nelle cucine di molti chef stellati: Cristina Bowerman, Antonino Cannavacciuolo e Felix Lo Basso, solo per fare qualche esempio.
«Abbiamo un unico obiettivo conclude Muraglia -, soddisfare pienamente le aspettative di chi acquista il nostro olio. La gioia più grande è vedere la felicità e la soddisfazione sul volto di chi utilizza i nostri prodotti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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