Nostro inviato a Sofia
Quattro anni fa l'Italia poi sbarcata a Duisburg e giunta fino alla notte di Berlino era più indietro. Lo garantisce il suo condottiero, Marcello Lippi, disponibile nell'occasione a un confronto crudele ma inevitabile. «Nella costruzione del mosaico, siamo più avanti rispetto alla nazionale del mondiale tedesco», è la frase del Ct spiattellata ieri sera a Galatina, dintorni di Lecce, sede della prossima sfida di mercoledì sera contro il Montenegro. Forse bisognerebbe aggiungere alla sua frase civetta un po' di titoli e di episodi significativi datati autunno 2004. La sua nazionale perse la prima amichevole di Ferragosto in Islanda e, nel prendere la rincorsa verso la qualificazione, attraversò una parentesi tormentata. A Glasgow, per esempio, l'uno a uno realizzato in corsa da un terzino (Grosso) fu salutato con scudisciate della critica. Il confronto con Lippi, il giorno dopo, fu molto polemico: si rischiò l'incidente diplomatico con un operatore del Tg1 scoperto da Lippi a riprendere un suo colloquio privato con Antonello Valentini, portavoce della federcalcio.
Ecco, rispetto a quella nazionale, ma non solo nei rapporti tra il ct e i giornalisti, sembra trascorso un secolo. Lippi gode di maggiori sicurezze, qui esibite con il paragone sopra riportato e documentate dalle stesse osservazioni di alcuni azzurri, adesso diventati veterani. «Sottoscrivo il giudizio di Daniele De Rossi, colpito dalla velocità con cui i giovani si integrano perfettamente con gli altri veterani» incalza Lippi «incantato» dal clima instaurato nel club Italia. Perciò probabilmente fa le barricate all'ingresso di schegge impazzite (leggi Cassano) assumendosi il rischio di una tale mossa. «Sono contento della prova di Pepe e di Giuseppe Rossi» i due nomi scelti dal viareggino per segnalare il rendiconto in attivo della serata in Bulgaria macchiata dagli incidenti in curva.
La nuova Italia è più avanti, allora, rispetto alla precedente edizione. «Non avrei accelerato all'improvviso se non ci fossero state tante assenze» è la confessione sincera del ct. Merito anche del caso, insomma. Perciò la rifondazione di Sofia, salutata con giudizi misurati da parte della critica e invece recensita in modo positivo dal ct, trova Lippi determinato a salutare l'evento con parole al miele. «Si poteva fare qualcosa di più da parte del gioco d'attacco, ma la soddisfazione è dovuta ad una semplice osservazione: contro la Bulgaria avevamo la prova più impegnativa» chiude il ct alle prese con una serie di problemi tecnici. Il primo (la squalifica di Toni) risulta risolto dalla convocazione di Quagliarella (un altro reduce dell'ancien régime, di Donadoni cioè), gli altri due (acciacchi accusati da De Rossi e da Gattuso) comportano alcune riflessioni.
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