Manila Alfano
Tutto quello che volevano era semplicemente sposarsi. Più di un anno prima uno scambio di sguardi aveva fatto nascere la passione, si erano piaciuti fin dallinizio, sentivano che la loro relazione era più che una storia passeggera. Da allora avevano iniziato a fare progetti di coppia. Dopo la convivenza di un anno andata bene, avevano iniziato a fare i preparativi per il grande passo. Avevano scelto il mese di giugno per sposarsi, tutto organizzato nel minimo dettaglio: gli inviti, il ristorante, gli amici. Mancava lapprovazione dei genitori di lei, che i due ragazzi, una studentessa di Vicenza di 24 anni e un musicista senegalese di 28, avevano sottovalutato. A mamma e papà proprio non andava giù il fatto che la loro figlia sposasse un senegalese, non erano mai riusciti a vederci del buono in tutta quella storia e da sempre avevano sospettato che dietro a quella romantica storia damore in realtà si nascondesse linteresse di lui ad ottenere il permesso di soggiorno. Convinti delle loro idee non hanno voluto cedere, così, quando lo sposo e la sposa si sono incontrati nella sala delle cerimonie del comune di Trento sono rimasti senza parole. Si sono sentiti dire da un funzionario imbarazzato che il loro matrimonio non si poteva celebrare perché era stato sospeso per decisione del giudice. Quando i due hanno capito che dietro a tutto questo cerano i genitori di lei, la sorpresa si è subito tramutata in rabbia. I ragazzi si sono subito rivolti ad un legale specializzato in contenziosi civili e in diritto di famiglia, anche se la vicenda appare ingarbugliata dalla mancanza di giurisprudenza in materia. Nel ricorso i genitori della studentessa hanno sostenuto la loro tesi iniziale, ovvero che non si tratti di un matrimonio damore ma di un atto celebrato per convenienza, cioè finalizzato a far ottenere al giovane senegalese il permesso di soggiorno. Il musicista è in Italia dal 1998 ed era in possesso del documento che successivamente gli è stato ritirato e proprio su questo aspetto è in atto un ricorso al Tar. Altrettanto determinati a far valere la loro volontà sono i due fidanzati, che dichiarano di essere davvero innamorati e di aver organizzato la cerimonia in piena regola. Del caso si è già parlato in tribunale in una udienza celebrata in un clima estremamente teso. I genitori hanno ribadito che i due ragazzi spacciano per convivenza una semplice condivisione dellappartamento con altri studenti e nulla di più.
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