Dopo quindici anni torna la «Rusalka»

Domani sarà la seconda volta di «Rusalka» di Anton Dvorak all’Opera di Roma, dopo il debutto assoluto di quindici anni fa, all’epoca della direzione Menotti; nonostante che il suo battesimo mondiale risalga al 31 marzo del 1901, al Teatro Nazionale di Praga, accolta con grande successo, alla presenza dell’autore della musica, il sessantenne Antonin Dvorak ormai famosissimo e venerato come gloria nazionale boema, e del librettista, il giovane poeta Jaroslav Kvapil. In Italia, infatti, ma anche in altri Paesi europei a noi più vicini, a differenza del suo connazionale Janacek, le cui opere sembrerebbero entrate stabilmente nel repertorio dei teatri (Jenufa, Katia Kabanova, La volpe astuta, L’Affare Makropoulos), dell’esigua produzione teatrale di Dvorak, neanche Rusalka, la sua opera più nota, si è guadagnata ancora una presenza regolare.
La produzione romana proviene dal Teatro «Dvorak» di Ostrava, la regia è di Ludek Golat, e la direzione di Gunter Neuhold; protagonisti: Angeles Blancas Gulin (Rusalka), Kostyantyn Andreeyev (Principe), Francesca Franci (Strega Jezibaba), Andreas Macco (Spirito dell’acqua) e Anna Maria Wilk, Katarzyna Madlarska e Katarina Nikolic, le tre ninfe del bosco.
L’opera - il cui soggetto è liberamente ispirato alla celeberrima Sirenetta di Hans Christian Andersen e dall’Undine di Carl de la Motte-Fouqué, racconta della ninfa Rusalka, innamorata di un principe, la quale per dar corpo e seguito al suo amore, deve essere trasformata in fanciulla, a prezzo della perdita della parola.
La storia finisce male e bene allo stesso tempo. Il principe l’abbandona proprio il giorno delle nozze, stregato da un’avvenente principessa, mentre Rusalka si ritrasforma in ninfa. Quando alle fine, il principe ritorna sui suoi passi, gli tocca pagare anche a lui un prezzo, un prezzo estremo: la morte, pur fra le braccia di Rusalka.


Dvorak appronta una partitura strumentalmente lussureggiante (sempre leggere le ricorrenti screziature wagneriane) che ben si adatta ad una fiaba dal finale tragico; mentre il melos, in particolare, attinge al genuino patrimonio popolare, che riesce sempre a commuovere e suggestionare.
Teatro dell’Opera di Roma. Rusalka di Antonin Dvorak. Venerdì 22 febbraio, ore 20,30. Repliche fino a giovedì 28 febbraio. Info 06481601.

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