Milano - Ecco in sintesi le tappe e i numeri della vicenda delle quote latte. Il sistema delle quote è stato introdotto nel 1984 per ridurre la produzione europea di latte e sostenere i prezzi a livelli remunerativi. A negoziare per l’Italia l’accordo fu il primo governo Craxi con il ministro dell’Agricoltura Filippo Maria Pandolfi. Il sistema delle quote latte assegnava all’Italia circa 10,3 milioni di tonnellate di latte che corrisponde al 56% del fabbisogno nazionale.
Il successo di Zaia a Bruxelles Questo fino all’accordo raggiunto dal ministro Luca Zaia il 20 novembre 2008 che ha permesso all’Italia di aumentare del 5% la produzione della prossima campagna lattiera che comincerà il primo aprile, cioè circa 640.000 tonnellate di latte in più. Viene inoltre modificato il calcolo del tenore di materia grassa che si traduce in un ulteriore aumento di produzione di 80.000 tonnellate.
Chi sono gli assegnatari delle quote Secondo quanto previsto dal decreto sulle quote latte firmato da Zaia gli assegnatari delle nuove quote di produzione sono: primi i possessori della cosiddetta "quota B tagliata" che rappresentano oltre 4.718 aziende, al secondo posto gli splafonatori delle zone di pianura delle zone svantaggiate e, secondo il testo emendato che domani sarà votato al Senato, le zone di montagna, al terzo posto gli affittuari di quota latte che dopo gli emendamenti sono ora stati accorpati nell’ordine delle priorità agli splafonatori.
Le aziende Sono 40.895 le aziende italiane che producono latte. Sono 8.404 le aziende che devono pagare le multe di queste 4.264 sono ancora attive e devono versare un importo complessivo di prelievo pari a 1,386 miliardi di euro. Di questi sarebbero 646 i "grandi splafonatori" che - secondo Confagricoltura - hanno generato l’ 80% dei 168 milioni di multe dell’ultima campagna. Ammonta a 2,492 miliardi di euro l’importo totale versato all’Ue fino alla campagna 2007/2008. Ammonta a 1,925 miliardi di euro la somma totale delle multe che lo stato deve ancora riscuotere.
Chi è che protesta Le organizzazioni che hanno partecipato alla protesta sono: Confagricoltura, Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, Fedagri-Confcooperativa, Legacoop Agroalimentare, Unalat. Le organizzazioni che non partecipano alla protesta: Coldiretti e Copagri (Confederazione Produttori Agricoli).
Cosa chiede al governo Le organizzazioni che protestano chiedono che il decreto sia modificato nel corso dell’iter parlamentare di conversione di legge. In particolare chiedono che gli splafonatori prima di vedersi assegnate le nuove quote "ritirino tutte le forme di contenzioso" e che l’assegnazione dalle nuove quote avvenga solo dopo che l’azienda abbia regolarizzato la propria posizione, aderendo esplicitamente alle modalità di versamento del prelievo ancora dovuto. Vogliono inoltre la determinazione di una adeguata dotazione finanziaria (300-500 milioni e non 25 come dagli ultimi emendamenti) per il fondo da destinare unicamente a sostenere gli investimenti effettuati dalle aziende in regola che hanno acquistato quote.
Zaia difende il decreto Il ministro dell'Agricoltura difende il proprio decreto assicurando che "non è una sanatoria" perchè la rateizzazione prevede tassi di mercato del 6-6,5%. "Non è un regalo per pochi" perché invece riguarda più di 17.000 aziende lattiero casearie sulle oltre 40.000 attive.
Alcune modifiche del decreto rafforzano le garanzie dei pagamenti degli splafonatori che partecipato alla rateizzazione come il blocco degli aiuti Pac e Nazionali fino a che l’allevatore non avrà pagato la rata della multa. Se non paga perderà anche le quote assegnate e se è recidivo nel continuare a splafonare la multa aumenta del 150%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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