Cultura e Spettacoli

"La radio è il mio lato B... ed è un gran bel sentire"

Grazie al successo di "Affari tuoi" è uno dei conduttori televisivi più famosi: "Ma è sulle onde medie che mi scateno"

"La radio è il mio lato B... ed è un gran bel sentire"

Per tutti lui è l’uomo dei pacchi. Cioè, non pensate male, non uno che ti rifila una sola, anzi uno che può cambiarti la vita. Sì perché Max Giusti conduce Affari tuoi, il programma più visto di Rai Uno. Eppure non solo di tv vive l’uomo, inteso come Max, anzi, le sue capacità di imitatore fanno rivivere l’«avanspettacolo» su Rairadio2 con SuperMax, un’ora e mezza tutte le mattine, da lunedì a venerdì, partenza alle 11 e arrivo alle 12,30. Una trasmissione caratterizzata dal gusto della satira e da ospitate pazzesche, da Lucio Dalla a Nicoletta Orsomando passando per i fratelli Vanzina. E lui che o gioca con le notizie del giorno o mette in campo un repertorio di voci folli, una sciarada di personaggi comici costruiti con grande capacità attoriale e gusto dell’assurdo. Scherzando su tutto e tutti, anche su se stesso. E su quelli che passano il tempo a paragonarlo a Bonolis.

Max Giusti, lei ormai è diventato l’uomo che inchioda gli italiani davanti a un pacco con la cordicella e la ceralacca rossa. Eppure, se lo lasci dire, è proprio una bella faccia da microfono...
«La radio è potente ma non invasiva, è quasi subliminale... e quindi la amo. Mi consente di fare una cosa che ricorda il varietà e io lo sento proprio nelle mie corde, almeno questa è la mia di sensazione... Mi consente pure di lavorare con artisti incredibili, da Albertazzi a Ron. La tv ha una gamma di offerte che non contemplano certi interpreti dello spettacolo... C’è gente che in tv non ci vuol venire o ci viene con diffidenza, anche giustamente. In radio invece è tutto diverso, si lasciano avvicinare in modo diverso... È uno spazio per contaminare... Come dire riesco a mettere vicino Davide Van de Sfroos e Tony Tammaro quello che ha lanciato Patrizia la regina di Baia Domizia... Sono cose “borderline” ma mi divertono».

E lei in radio sembra diverstirsi un sacco... ma mi pare ovvio che per fare una trasmissione del genere ci sia un lavoro enorme...
«Sì abbiamo una squadra che lavora full time io lavoro dalle 8, 30 alle due poi vado a fare Affari tuoi e torno alle diciannove per fare il punto con gli altri autori... A me basta riuscire a dormire otto ore e mangiare un panino... E quindi, scusami, se mentre parlo ogni tanto mastico, ma mangio solo questo ed è buono caldo».

Si figuri, ma cos’è che la emoziona di più nel lavorare solo con la voce?
«Io sono un attore e ricreare luoghi ed emozioni usando solo la voce, beh è fantastico... La radio per me è il regno della fantasia... Poi davvero la gente in radio ti mostra un lato diverso, meno filtrato, ecco la radio è il mio lato b, meno dipinto e più vero...».

A SuperMax scherza molto anche sul suo essere un personaggio famoso... Però davvero lei con Affari tuoi fa milionate di telespettatori...
«Si però non pigliamoci troppo sul serio, io sono un professionista, che lavora... Posso essere simpatico o antipatico ma non vado mai in onda impreparato... Ma menarsela no, le pose da maledetti dell’oratorio o da divi no... Pensare di essere al centro del mondo no...».

Lei è più vero in Tv o in radio?
«Quella del vero è un po’ una fissazione del tempo dei reality. Io sonno un attore e cerco di fare la cosa giusta per i due mezzi, senza etichette. SuperMax per sua natura è uno spazio che mi consente una varietà incredibile, e posso dirti in anteprima che lo farò anche l’anno prossimo... L’ho anche portato in teatro e il format funziona anche lì, abbiamo fatto il pienone e ci siamo divertiti come matti».

Il personaggio che ha invitato con cui ti sei divertito di più?
«Ma, forse Dalla e De Gregori. Per me sono dei miti ed averli lì con me e scherzarci è stato fantastico. La radio ti consente di fare cose folli, come dire, ecco a voi il più grande dei chirurghi plastici, De gregori: “E ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro ancora...

”».

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