Radiohead e Dylan, ci siamo

Non ci sono dubbi su quale sia la formazione che più di tutte è stata in grado di stupire continuamente il pubblico foltissimo composto da fedelissimi fans ed occasionali fruitori musicali, sono gli inglesi Radiohead che festeggiano quest'anno il successo di In «Rainbows», il disco con il «parto» più importante nella storia recente della musica. I Radiohead da Oxford hanno deciso di rompere tutti i canoni del mestiere musicale, cancellando (anche se solo temporaneamente) l'utilità della casa discografica facendo propria con internet la capacità di raggiungere la massa con la loro musica, senza intermediari.
In «Rainbows» è stato prima pubblicato a pagamento solo sul sito della band con pagamento ad offerta libera, il che ha portato la band su tutti i giornali avendo una esposizione incredibile sui media di tutto il mondo. Risultato? La band ha venduto oltre un milione e mezzo di copie del disco dimostrando quanto il mercato potesse essere cambiato. Ma il tutto è stato possibile grazie soprattutto alla credibilità musicale che la band di Thom Yorke ha dimostrato negli anni con album entrati nella storia come «Ok Computer» e soprattutto «Kid A». Dopo la pubblicazione del disco anche in versione «normale» con distribuzione nei negozi a mezzo dell'etichetta indipendente XL, è partito un tour mondiale attesissimo che porta il gruppo domani e mercoledì all'Arena Civica di Milano, concerti già esauriti da diversi mesi.
Altro appuntamento da non perdere è quello che si apre oggi con il concerto tutto esaurito del Premio Pulizer Bob Dylan all'edizione 2008 del Summer Sound Festival di Bergamo. Dylan, che a fine mese ha iniziato il suo lungo tour europeo da Reikjavik, arriva nella suggestiva location del Lazzaretto di Bergamo nella seconda data delle tre previste nel nostro Paese. Musicista, songwriter ma anche pittore e conduttore radiofonico, Dylan con gli anni è diventato sempre più un vero punto di riferimento non solo musicale nella storia.

Nato nel 1941 con il nome Robert Allen Zimmerman ha attraversato gli anni '60 e '70 scrivendo pagine indelebili della storia del rock e per mezzo del folk e del blues ha portato all'attenzione di un pubblico vastissimo temi delicati come la politica, il sociale e la filosofia.

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