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La Rai dei falsi martiri incassa un’altra vittoria Resta pure la Dandini

RomaLa famosa black list berlusconiana in Rai è così poco black che ci sono tutti, tranne uno solo (Santoro, che ha scelto di andarsene). Troppo difficile mettersi contro lo star system culturale progressista, meglio scendere a patti. Così l’estate della tv pubblica si incammina verso un autunno in cui ci saranno Fazio (strariconfermato, con in più Saviano e con in più la liberatoria per fare un programma su una tv concorrente, pericoloso precedente...), Floris col suo Ballarò, la Annunziata, la Gabanelli (che ha ottenuto la tutela legale). Chi mancava? Ah ecco, la Dandini e il suo Parla con me, sempre scuderia Raitre. Ma niente paura, dopo gli accorati appelli della Dandini medesima, con lunghe missive al Corriere della Sera (fulminata da Aldo Grasso sullo stesso quotidiano: «Parla sempre della sua eventuale uscita, ma mai della sua entrata in Rai. Chi ha dato una spinta? Chi l’ha sponsorizzata per anni? La Dandini non dice nulla di questo, non parla mai del suo politico di riferimento Walter Veltroni...») e interviste, dalla direzione generale della Rai è arrivata la conferma, non ancora ufficiale ma ormai certa, che la Dandini ci sarà.
Il problema, peraltro, non era politico, ma legale. Le nuove regole fatte valere dall’ufficio legale della tv pubblica prevedono che si metta a gara l’appalto per la produzione di un programma affidato a esterni. Dal momento che i diritti del format Parla con me sono al cento per cento della Rai, Viale Mazzini non può - pena possibili rilievi della Corte dei conti - affidare direttamente alla Fandango, la società che ha prodotto finora il talk della Dandini, ma bandire una cosiddetta «gara a cinque», cioè ricevere e analizzare le proposte di cinque soggetti diversi e scegliere la migliore. Altrimenti la Rai potrebbe produrselo internamente, risparmiando notevolmente. Ma entrambe le soluzioni sono state respinte in toto dalla Fandango, ovvero dal «clan Dandini» (copyright Grasso), il suo storico autore Andrea Salerno e il patron della società di produzione Domenico Procacci. Come uscirne, senza scontentare Dandini&Co? Il dg Lorenza Lei ha lavorato minuziosamente per venire incontro alle richieste del gruppo di lavoro della Dandini, altro che rischio censura. E al Cda sono state spiegate a grandi linee le modalità con cui la Rai potrà confermare l’indispensabile prodotto di Raitre.
L’idea che la Rai ha elaborato è un espediente per sfuggire alle regole che la Rai stessa si è data, sempre per avere le proporzioni della dittatura berlusconiana nella tv di Stato. Si metterà nel cassetto il format originario, e se ne creerà uno nuovo, simile al 99% ma dissimile quanto basta per non incappare nell’obbligo di gara. Quel format sarà condiviso da Rai e Fandango, così che alla veltroniana casa di produzione potrà essere affidato direttamente il programma, senza problemi. La Dandini sarà ovviamente alla conduzione, legata com’è da un rapporto di esclusiva (del valore simbolico di 10mila euro) alla Fandango di Procacci. La ratifica ufficiale sarà con cda del 7 settembre prossimo, in tempo per prevedere la messa in onda in autunno, come da palinsesto. La Rai berlusconiana quindi «salva», con ogni mezzo, la Dandini, ultima degli esclusi sempre confermati. Unico giallo riguarda il direttore di rete, Paolo Ruffini.

L’agenzia TmNews scrive che il direttore di Raitre «potrebbe approdare a La7, già entro questa settimana». Un’ipotesi già sussurrata nei mesi scorsi. Ma che lo scriva l’agenzia di Telecom Italia, proprietaria anche di La7, fa pensare che ci sia molto più di un pissi pissi.

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