Raitre in campagna elettorale e il Cda convoca il direttore

Il consigliere Urbani: «Pluralismo quasi mai osservato». Mercoledì l’audizione

Fabrizio de Feo

da Roma

Il re è nudo. E non ci prova neppure a indossare uno straccio di felpa con cui mascherare la propria partigianeria. Ma guai a dire che Raitre e il Tg3 sono faziosi perché l’ironia e la leggerezza non fanno certo parte dell’indole di una rete pronta a negare anche la più solare delle evidenze e a respingere ogni amichevole constatazione di colpa.
Avviene così che Silvio Berlusconi, a Messina, scopra l’acqua calda e dichiari: «Su Raitre ci sono trasmissioni a senso unico», facendo riferimento all’ospitata in solitaria di Guglielmo Epifani a Primo Piano. Apriti cielo. Passano pochi minuti e le agenzie iniziano a sfornare dichiarazioni sdegnate. Il tenore dei commenti è quello consueto: «Noi faziosi? Ma che ci tocca sentire...», con il cdr del Tg3 «pronto alla tutela in tutte le sedi da attacchi tanto virulenti quanto pretestuosi» e il centrosinistra impegnato in una surreale negazione dell’evidenza. La via maestra, ovviamente, non è praticabile: l’«outing» sulle simpatie politiche «lievemente» tendenti a sinistra e trasparenti in ogni anfratto di palinsesto eccetto per gli annunci delle signorine buonasera, non è pratica ammissibile per i dirigenti e giornalisti che fanno capo a Paolo Ruffini. Anzi ogni rilievo critico si trasforma inevitabilmente in un attacco alla libera stampa.
Niente di nuovo sotto il sole, se non fosse che con il passare delle settimane, le piccole e grandi violazioni vengono ingoiate con sempre più fatica dal centrodestra, pronto a scendere sul piede di guerra per il rispetto delle regole. «Ballarò, Primo Piano, Report e il Tg3 sono volutamente mobilitate contro le riforme realizzate dal governo» dice Giorgio Lainati. E se Fabrizio Cicchitto ricorda come sia «lievemente in contraddizione con il servizio pubblico far parlare Epifani senza contraddittorio», Alessio Butti di An definisce Rai Tre «una macchina oliata e militarizzata che acquista velocità giorno dopo giorno». Sull’altro fronte le difese d’ufficio di Primo Piano sono firmate da Beppe Giulietti e da Sandro Curzi che vede una Cdl impegnata nientemeno a «dominare e svuotare la Rai dall’interno e ad affamarla e diffamarla dall’esterno». Toni forse ispirati dalla visione continuativa del Tg3(e di Rai News 24, schieratissima rete «all-news») dove capita di ascoltare servizi che si trasformano in editoriali e dove i giornalisti prendono posizione parlando, ad esempio, di «figuraccia» del governo. Uno spartito unico, quello dell’antiberlusconismo, interrotto solo da un quotidiano rosario catastrofista sulle sorti del Paese e del pianeta tale da costringere l’ascoltatore medio a scegliere tra gli scongiuri e la depressione.
Di fronte a uno scenario simile i consiglieri Rai di centrodestra lanciano un richiamo al rispetto delle regole. E Giuliano Urbani annuncia: «Mercoledì ascolteremo in cda il direttore di Rai Tre Ruffini e porremo un problema che riguarda quasi tutte le trasmissioni delle rete, che soffrono di un’interpretazione molto stravagante della legge, in quanto non osservano quasi mai gli obblighi di pluralismo, completezza e imparzialità dell’informazione». Ma i segnali che arrivano da Rai Tre non sono precisamente incoraggianti visto che domani a Che tempo che fa sarà ospite Gino Strada e oggi, addirittura, la coppia Romano Prodi-Flavia Franzoni. La motivazione ufficiale? Presentare il libro «Insieme», scritto a quattro mani dal candidato premier dell’Unione e dalla consorte. Un quadretto familiare dipinto in uno spazio d’intrattenimento del servizio pubblico, collocato a ridosso della prima serata. Un programma, quello di Fazio, che nelle ultime settimane è riuscito a ospitare il seguente parterre di ospiti: Sabina Guzzanti il 29 ottobre, Sergio Cofferati il 30 ottobre, Furio Colombo il 5 novembre, Giuliana Sgrena il 13 novembre e Michele Santoro il 19 novembre. Senza dimenticare Enzo Biagi. Come dire la crema dell’antiberlusconismo militante.
Una lista di convocazioni da fare invidia perfino a Serena Dandini che pure, dalla ripresa del suo programma Parla con me, ha ospitato Gherardo Colombo il 25 settembre, Giovanni Sartori il 2 ottobre, Corrado Guzzanti il 9 ottobre, Giancarlo Caselli il 30 ottobre e Rita Borsellino, candidata alla presidenza della Regione Sicilia, il 13 novembre, Michele Serra il 20. Una sequenza di tutto rispetto che fa il paio con alcune chicche della precedente edizione come l’ospitata dello scrittore Andrea De Carlo che, apertis verbis, si sedette sul rosso divano dandiniano per spiegare il suo rifiuto ideologico di Berlusconi e il suo abbandono della Mondadori e favore della Bompiani.

Propaganda fatta con il sorriso sulle labbra, con l’ironia e il sarcasmo a stemperare i toni. Ma pur sempre propaganda. Roba che le trasmissioni con «applauso politico» come Ballarò o con le inchieste sempre un po’ sbilanciate a sinistra come Report se le sognano.

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